venerdì 30 aprile 2010

PRIMO MAGGIO



Festa del lavoro: partendo dal presupposto che qualsiasi lavoro, purché onesto, sia prezioso, per chi lo fa e per chi ne beneficia (non tanto come datore di lavoro, ma come comunità), sia rispettabile, degno di ringraziamento e di tutela. Quindi le proposte di oggi hanno per tema il lavoro

• PRIMO MAGGIO NELLA STORIA DELLA CLASSE OPERAIA
AA.VV., edizioni Lotta comunista (riedizione del 2005), 10,00 euro
Quattro capitoli per raccontare il significato di questa data, data simbolo in tutto il mondo, nata nel 1886 a Chicago e assunta nel 1889 dalla Seconda Internazionale come giornata internazionale di mobilitazione per la riduzione dell’orario di lavoro : 1) La storica lotta per la riduzione della giornata lavorativa (dagli albori in Inghilterra alle lotte negli Stati Uniti per la rivendicazione della giornata lavorativa di otto ore e poi il passaggio della lotta in Europa); 2) La giornata del Primo maggio (le rivendicazioni si allargano al Sud America, all’Australia, al Giappone) ; 3) Primo maggio fra guerra e rivoluzione (dalla Rivoluzione di Ottobre alla fine degli anni ’20, la Prima Guerra Mondiale e la ripresa post bellica) ; 4) Primo maggio nei tempi lunghi della controrivoluzione e dell’ineguale sviluppo capitalistico (gli anni centrali del ‘900, la Seconda guerra mondiale e la “conquista” di nuove adesioni nel mondo).
Il volume, corredato di un ricco apparato iconografico, vuole sottolineare non solo le conquiste e il significato di questa data storica, ma la necessità che sia una data internazionale.
Nota personale, che pecca certo di demagogia, legata polemiche degli ultimi giorni: non dovrebbe essere necessario introdurre regolamenti locali per regolare il lavoro il Primo maggio, per permettere orari straordinari: il Primo maggio deve essere la Festa dei lavoratori, di tutti, e tutti devo essere rispettati nel loro “non lavorare” in questo Primo maggio. Non si muore se non si lavora il Primo maggio, si muore se lo si fa.

• LOTTE OPERAIE NEGLI STATI UNITI D’AMERICA 1890-1910
AA.VV., Panta Rei editore 2008, 20,00 euro
Si tratta di un’antologia volta a descrivere il ruolo dei Sindacati e del movimento operaio negli Stati Uniti nel momento di maggior espansione economica, all’inizio dell’ascesa degli USA a grande potenza industriale.
Dall’analisi dei componenti che stanno alla base del fenomeno, quindi agricoltura, industria, ferrovia, tecnologia da un lato, urbanizzazione e immigrazione dall’altro si passa alla nascita dei sindacati di categoria e alle lotte contro i trust industriali. Il tutto in un periodo storico di grandissima espansione economica e in un territorio nuovo, vergine per quello che riguarda l’industria e il lavoro.
Un libro valido non solo per gli addetti al lavoro, ma per chi si interessa ai movimenti economici internazionali e alla storia dell’economia. Un saggio che si legge come un romanzo, in cui date e dati non appesantiscono la lettura, e in cui accanto a descrizioni più generali sono riportati casi specifici che rendono la stessa ancora più interessante.

• IL LAVORO NON E’ UNA MERCE
Luciano Gallino, Laterza 2007, seconda edizione 2009, 6,90 euro
Gallino è professore emerito di Sociologia all’Università di Torino e si è sempre occupato anche di lavoro e di impresa.
Nel 2001 Gallino aveva pubblicato un altro lavoro sulla flessibilità: Il costo umano della flessibilità, un lavoro importante in cui in una qualche misura proponeva delle ragioni sulla sostenibilità della flessibilità. A distanza di sei anni le cose sono cambiate: in primis per la direttiva della Commissione europea del 2003 che riforma il mercato del lavoro, in secondo luogo perché allora Gallino ammette di non aver più di tanto considerato le cause, cosa che invece diventa ora fondamentale ed importante metterle al centro di una politica globale del lavoro. Nella discussione in corso sulla flessibilità del lavoro, Gallino interviene come sociologo e paragona il dibattito ad una barca in una tempesta, il cui equipaggio si dedichi a decidere il logo da porre sulle vele e non a predisporre le misure per reggere alla forza delle onde. In campo lavorativo la tempesta deriva dall’aver messo in discussione quello che i lavoratori hanno conquistato nei decenni in termini di salari/stipendi e qualità del lavoro, perché messi in competizione con una massa enorme di nuovi salariati che lavorano con remunerazione miserabile ed in condizioni orrende.
La politica nazionale ed internazionale dovrebbe occuparsi di questo, di fare in modo che il confronto/scontro fra i due fronti non sia verso il basso, ma verso l’alto della scala dei diritti/doveri.

• L’IMPRESA IRRESPONSABILE
Luciano Gallino, Einaudi 2005 seconda edizione 2009, 12,50 euro
Ancora Gallino interviene in ambito economico, definendo irresponsabile un’impresa che al di là degli obblighi elementari di legge suppone di non dover rispondere ad alcuna autorità pubblica e privata, né all’opinione pubblica, in merito alle conseguenze in campo economico, sociale e ambientale delle sue attività.
Il dibattito internazionale è vivo da tempo, ma teoria e pratica di “responsabilità sociale dell’impresa” sono cose diverse! Ma tutte le decisioni su condizioni di lavoro, prezzi, trasporti, media, ambiente, tempo libero, alimentazione, risparmio, rischi, organizzazione della famiglia dipendono dal governo delle aziende. Le decisioni delle aziende devono tener conto delle conseguenze delle loro attività sulle nostre vite.

• LAVORO DA MORIRE
AA.VV., Einaudi 2009, 14,50 euro
Un’antologia di racconti di un’Italia sfruttata, come recita il sottotitolo. 11 autori, fra i quali figurano Dacia Maraini, Michela Murgia, Andrea Bajani, Tullio Avoledo, che si impegnano a raccontare il lavoro, facendosi spazio in una letteratura che nel nostro paese ne parla poco e, se ne parla, lo fa in maniera marginale. Questi racconti nascono della necessità di farci sentire le voci di lavoratori e lavoratrici per i quali lavoro nero, disoccupazione, precarietà, morti bianche sono realtà e non cose della quali hanno sentito parlare. Vicende piccole di fatica quotidiana, di sopruso quotidiano, di difesa quotidiana dei diritti del lavoro.

• SERVI
Marco Rovelli, Feltrinelli 2009, 15,00 euro
Una ricerca sui clandestini, sulla realtà italiana di paese sommerso dei clandestini al lavoro.
Un’indagine condotta da sud a nord, dai cantieri edilizi ai mercati ortofrutticoli che dà un’immagine crudele e orrenda del nostro paese e del nostro capitalismo, che sembra riproporre strumenti di sfruttamento ottocenteschi. Situazioni drammatiche di sfruttamento, di violenze e soprusi, attuabili grazie alla ricattabilità della forza lavoro clandestina.
Rovelli non si è presentato come giornalista, cosa che gli avrebbe impedito di raccogliere dati e testimonianze e avrebbe forse metto in pericolo la sua incolumità, ma si è mischiato ai clandestini, prestando orecchio alle loro storie sempre inascoltate e facendosi voce delle loro vite maltrattate.
Racconta storie, Rovelli, storie vere e tragiche. E sta attento alle parole, per ridare loro il vero significato, per rifare ordine anche dal punto di vista lessicale: confondere le parole, confonde i concetti e crea confusione. C’è chi volutamente sceglie di confondere, c’è chi, come Rovelli, vuole denunciare e far capire.

1 commento:

KRISTIANOPEDIA ha detto...

buon primo maggio a tutti i lavoratori!