venerdì 24 ottobre 2008

PESCIOLINO NERO NEL MARE DELLA VITA

Una favola senza tempo, scritta da un maestro iraniano nel 1968. Una favola fra le tante che Samad Behrangi scrisse per i suoi alunni e che ancora oggi, a quarant'anni dalla morte dell'autore, è molto conosciuta in Iran.
Il pesciolino nero, il protagonista della storia, decide di abbandonare la famiglia e gli spazi noti per spingersi verso l'ignoto, per raggiungere il grande mare spinto dalla curiosità e desideroso di dimostrare le sue capacità e... la sua saggezza.
Una lettura per bimbi e non solo.
Arriva ora anche in Italia, con le raffinate illustrazioni di Farshid Mesqali, l'edizione Donzelli curata da Mario Casari.

giovedì 23 ottobre 2008

GOLOSE LETTURE IN GIRO PER IL MONDO

Periodo ricco di proposte librarie questo: i diversi editori, grandi e piccoli, mettono a disposizione di noi lettori una mastodontica quantità di pubblicazioni nell'arco dell'anno. Spesso è più la quantità che la qualità, ma il discorso diventerebbe lungo e forse anche un po' polemico. Il fatto è che ora, da fine settembre a novembre, è consuetudine esca un numero impressionante di titoli: gli editori pensano al libro-strenna, al libro-oggetto, al bene-rifugio. E un po' rifugio il libro lo è sempre, non solo a Natale e non solo per il valore che gli possono dare gli addetti dell'editoria.
In ogni caso, beneficiando dell'offerta, è più ricca la scelta: fra tanti libri, una buona percentuale si trova in sintonia con i miei gusti e i miei desideri. Tentazione allettante!
Spesso mi oriento verso titoli cosiddetti di catalogo, cioè non uscite recenti, non le novità proposte dalle classifiche che appaiono sui giornali. Leggo anche quelle, un po' per curiosità, un po' per confrontare il mio giudizio con quello dei critici letterari. Poi mi rivolgo a pubblicazioni che hanno una storia, che riescono a colmare lacune, che costituiscono tasselli di letterature senza confini e senza tempo. Da un libro ricado (felice caduta) in un altro, e in un altro ancora: un filo capace di collegare epoche, contenuti, stili, autori in una grande matassa.
Solo in questa settimana, fra le decine di novità, mi trovo di fronte almeno a dieci titoli con altrettanti autori ai quali non potrò rinunciare. Come un goloso davanti ad una tavola imbandita, nell'imbarazzo della scelta della prima "pietanza" che desidera assaggiare.
Come posso rinunciare a Claudio Magris con i suoi Alfabeti, a Carlos Riuz Zafon con il Gioco dell'angelo, a Franz Grillparzer con la Vienna de Il povero musicante, a Natalia Sazonova e al jazz di Eddie Rosner, a Samad Behrangi con la saggezza del Pesciolino nero, a Héléne Bessette con la Provenza di Lili...?

martedì 14 ottobre 2008

CON ZELDA FITZGERALD IN LAGUNA

Giornata radiosa, domenica. Meta: Venezia. Scopo: visitare il Museo Fortuny con l'esposizione dei bozzetti di George Barbier e gli abiti di Isabelle de Borchgrave. Dilemma: che libro mi può accompagnare in laguna?
Sembra cosa da poco, ma la mia lettura deve essere assolutamente in sintonia con il momento che sto vivendo.
Avevo pensato alla rilettura di Morte a Venezia, ma qualcosa mi fermava: non avevo voglia di Mann. Fra le varie sollecitazioni che può offrire la mia biblioteca, avevo preso in mano una serie di libri... Finché l'occhio, o meglio la mano, non è caduto su Alabama song, una novità libraria di un certo Gilles Leroy sulla vita di Zelda Fitzgerald. Perfetto. Il legame con Venezia è un po' una forzatura, ma il fatto che Scott e Zelda abbiano frequentato l'Italia e personaggi come Hemingway mi ha portato a pensare che in qualche loro conversazione la città lagunare avesse fatto capolino e fosse stata oggetto di descrizioni e sogni. Inoltre il decò di Barbier con i suoi bozzetti mi avrebbe fatto meglio immaginare gli abiti dei personaggi della storia.
Zelda racconta, attraverso le pagine di un diario inventato da Leroy, la sua vita accanto a Scott. Vita di donna controcorrente, vita di moglie spesso insoddisfatta e sempre all'ombra del famoso marito, vita di coppia ostentata e perennemente infranta.
Lettura scorrevole ed appassionante, che porta ad una verità diversa dall'icona dell'Età del jazz, così come si legge sui risguardi delle copertine dei libri del marito Scott.
Il giornalista francese che la racconta, da un'intervista ascoltata via internet, dichiara che gli è venuto facile calarsi nel ruolo di Zelda, spontaneo. E l'idea del diario è stata immediata: per narrare la storia non poteva che vestire i panni di Zelda e scrivere un diario. Come aggiunge nella nota in fondo al romanzo: molto si basa su documenti e ricerche, molto è opera di fantasia, fantasia plausibile, ma sempre fantasia. Non una biografia quindi, ma un opera di narrativa.
Così andando per campielli assolati, mi faceva compagnia la storia triste di Zelda. E nasceva timidamente la curiosità di saperne di più sulla sua vita, sul suo rapporto con Scott, sulla vita di Scott, sulla malattia di Zelda, sui suoi quadri...
Forse lo scopo della lettura è questo, o se non lo scopo è uno degli aspetti più affascinanti: da un libro nasce la spinta verso un altro e poi un altro ancora, in una catena infinita che mi dà la garanzia di non potermi annoiare mai.
Bravo Leroy a cimentarsi nel romanzo biografico, bravo nell'esperimento "al femminile".
(Alabama song, di Gilles Leroy, Baldini Castoldi Dalai, traduzione di Margherita Botto)
Alcune note bibliografiche sull'argomento:
- La morte della farfalla, di Piero Citati (Mondadori)
- Caro Scott, carissima Zelda, a cura di Bryer - Barks (La Tartaruga)
- Lasciami l'ultimo valzer, di Zelda Fitzgerald (in uscita per Bollati Boringhieri)
- Zelda, di Jacques Tournier (uscito in Francia per Grasset lo scorso maggio): biografia di Zelda, basata su lettere, documenti, testimonianze raccolte dal traduttore francese di Scott Fitzgerald