mercoledì 18 maggio 2011

DAL CAIRO


Un amico mi scrive dal Cairo: L'altro giorno passavo in taxi nella zona delle ambasciate(ho richiesto ed ottenuto un visto per il Sudan dove mi piacerebbe andare per qualche giorno) e ho fatto fermare per far questa bella foto!
Mi sembra giusto condividerla. Grazie Johannes!

VOCE DELL'ARIA: KATHERINE MANSFIELD... quando ero uccello

Ma ecco che giunge quel raro momento
in cui, senza ch'io sappia la causa,
le lievi voci dell'aria
risuonano sul mare e nel vento.

Il mare e il vento allora obbediscono,
sospirando a lungo note doppie,
come contrabbassi, lieti di suonare
un accordo uniforme per quelle piccole gole -

Le piccole gole che cantano e si levano
in su, verso la luce, con adorabile naturalezza,
prese come per incanto dal dolce stupore
di ascoltarsi, riconoscersi in queste -

in queste lievi voci: l'ape, la mosca,
la foglia che picchietta, il guscio che si rompe,
la brezza sopra ai ciuffi d'erba, chini,
il suono stridulo e rapido dell'insetto.

(Voci dell'aria, da Quando ero uccello e altre poesie, di Katherine Mansfield, Passigli 2010, a cura di Federico Mazzocchi)

sabato 14 maggio 2011

OGNI TRENO HA IL SUO LIBRO


Non in tutti i treni si può leggere, e non tutto si può leggere in treno. Ogni libro ha la sua tipologia di vagone. Per evitare di infastidire qualche viaggiatore, e per non bruciarsi quello che in condizioni migliori potrebbe essere il più bel libro mai letto, bisogna essere accorti e scegliere con coscienza il cartaceo compagno di viaggio.
Prima di tutto, i Regionali. Su quei convogli delle volte hai così poco spazio che sei troppo impegnato a cercar aria respirabile per poter reggere qualsiasi sforzo intellettuale. In una situazione simile, il libro va tenuto in gabbia, e non bisogna farsi intenerire dai suoi mugolii, né dalle sue lusinghe. Se si è particolarmente tenaci e fisicamente robusti, si può tentare comunque. In questo caso, sono consigliabili volumetti agili, magari evitando le terribili edizioni tascabili in cui milioni di righe affollano una pagina. Ci si sentirebbe travolti da un mare di persone biascicanti piccole parole ingiallite, e non è una bella sensazione. Sui regionali, ciò che conta è la modestia.
Sugli Intercity, è tutta un'altra storia. Se valuti l'importanza del tuo spostamento quanto il prezzo del biglietto, significa che tutto sommato la modestia non è in cima alla tua scala di valori. Così se sfoderi dalla tua valigetta, comodamente seduto, un Meridiano della Mondadori, nessuno griderà allo scandalo o si sentirà in qualche modo offeso. Ognuno si sente al sicuro sulla poltrona di un Intercity, la propria incolumità non è in pericolo, e una generalizzata indifferenza coprirà anche la spudorata usura di un Newton & Compton acquistato al mercatino.
I vari Frecciarossa o Frecciabianca sono talmente veloci che non c'è neppure il tempo di leggere due paragrafi…
Poi ci sono gli Espressi notturni, una categoria in estinzione. Sono circhi itineranti e internazionali che si muovono col buio, lo spettacolo è sempre garantito. Gente di ogni provenienza diretta chissà dove si ritrova a dover condividere alcune ore in un'intima cabina da sei posti. Passati i primi minuti di imbarazzo, i personaggi all'interno della cabina iniziano a raccontarsi le rispettive esistenze, il più delle volte parlando il peggior inglese che si sia mai sentito, con una spontaneità che non ti aspetti. Se da un lato dunque risulta difficile leggere su un Espresso notturno, dall'altro hai la fortuna che quello seduto di fronte a te racconterà sicuramente una storia, e perdersela potrebbe essere davvero un peccato.

Luca Marchese è autore di questo articolo, pubblicato nella rubrica Pendolibri del sito Finzioni (www.finzionimagazine.it). Mi è piaciuto: adoro viaggiare in treno e leggere in treno e condivido l'idea che ogni treno e ogni viaggio abbia un libro che gli corrisponde... e forse anche viceversa.

martedì 3 maggio 2011

QUATTRO MESI

Mi piace leggere. Leggo di tutto. Quasi di tutto: non amo il fantasy, la fantascienza e i thriller sanguinolenti. Nemmeno i manuali di informatica sono la mia passione. Per il resto mi piace tutto, dalle istruzioni per gli elettrodomestici alle etichette dei cosmetici, dai giornali ai libri. Non tutto con la stessa passione. Delle etichette preferisco quelle con più lingue per impararare come si dice il tal ingrediente nelle varie parti del mondo: non si sa mai, potrebbe sempre essere utile nei miei viaggi.
Non ricordo tutto quello che leggo: se mi chiedete che cosa ho letto di recente il più delle volte vi sentirete rispondere con più di qualche secondo di silenzio. Sembra che all'improvviso la mia memoria vada in tilt e cerchi in un archivio polveroso e disordinato titoli e storie, che si sovrappongono senza un criterio.
Ho deciso di fare un "bilancio" delle mie letture dei primi quattro mesi dell'anno. Quelle letture che consiglio o consiglierei a chi avesse voglia di fidarsi delle passioni altrui (le mie).
Non seguo l'ordine di lettura: inutile. Seguo quanto detta la memoria, i titoli e le trame che riaffiorano come le bollicine del prosecco appena versato.
- La delicatezza di David Foenkinos, ed. E/O
- Filosofia del viaggio di Michel Onfray, ed. Ponte alle Grazie
- Elogio della letteratura e della finzione di Mario Vargas Llosa, ed. Einaudi
- Una mongolfiera per un archibugio di Bob Gill e Alistair Reid, ed. Phaidon
- Appartamento a Istanbul di esmahan Aykol, ed. Sellerio
- Pulire al naturale dell'associazione Uomini Casalinghi, ed. Terra Nuova
- Rebetiko di david Prudhomme, ed. Coconino
- Paridiso e inferno di Jon Kalman Stefansson, ed. Iperborea
- Indignatevi! di Stephane Hessel, ed. Add
- Non per profitto di Martha Nussbaum, ed. Il Mulino
- Settanta acrilico trenta lana di Viola di Grado, ed. E/O
- La grande casa di Nicole Krauss, ed. Guanda
- Yakitori di Motoko Okuno, ed. Guido Tommasi
- Bécon-les-Bruyères di Emmanuel Bove, ed. Il Melangolo
- Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare di Vincenzo Costantino, ed. Marcos y Marcos
Mi piacerebbe mettere anche qualche riga per ogni titolo per descriverlo. Lo farò, con calma.