venerdì 7 marzo 2014

CHARLOTTE DELBO: un incontro a Pagina dodici



ARMILLA associazione culturale e IL FILO D'ARIANNA editrice con Istituto della Resistenza di Bergamo
il 21 marzo alle 18,30
sono ospiti di Pagina dodici per presentare

Charlotte Delbo, il percorso di una donna per raccontare il Novecento.

Dialogo con Elisabetta Ruffini, direttrice Isrec, Rosanna Sfragara attrice,  Olivia Guaraldo, docente di Filosofia Politica, Alessia Rotta,parlamentare  e gli artisti di Murmure


Figlia dell’emigrazione italiana, Charlotte Delbo impara dalla mamma Erminia Morero, “l’italienne”, a scegliere per la cultura intesa come conoscenza, possibilità di emancipazione, strumento per dare voce al mondo e alle donne e agli uomini che lo vivono. Resistente, deportata a Auschwitz, sopravvissuta, diventa testimone dell’universo concentrazionario perché scrittrice. Tuttavia non si rinchiuse mai nella memoria di Auschwitz, non ne restò prigioniera, né uso tale memoria per assicurarsi un ruolo nello spazio pubblico. Con la sua sensibilità di sopravvissuta, attraversò il ‘900 e lo raccontò: dalla Grecia dei colonnelli, alle donne di Plaza de Mayo, dai fatti di Praga alla Spagna franchista. Spettri, miei compagni è  la lunga lettera indirizzata all’attore e regista Louis Jouvet, appena tradotta in italiano, in cui Delbo ritorna sulla sua esperienza di donna, di resistente, di deportata e di sopravvissuta. E con straordinario rigore e passione propone una riflessione che, a partire dall’universo concentrazionario, si allarga ai temi universali della memoria, dell’amore, dell’amicizia, dell’arte e del teatro. Tutta l’esperienza storica delle donne e degli uomini della nostra epoca è messa alla prova di una radicale esigenza di distinzione tra verità, illusione, falsità. Presentare Spettri, miei compagni a Verona per l’8 marzo è l’occasione per riflettere sulla letteratura in una prospettiva femminile e di emancipazione culturale e morale. Per Delbo infatti la letteratura è sempre stata quel paziente lavoro di elaborazione sul e nel linguaggio in grado di “portare a coscienza” il vissuto, il mondo, comunicando con gli altri. E nella letteratura ha saputo dare voce a “tutto ciò che il cuore di una donna può sopportare”.