sabato 17 aprile 2010

FALCE E MARTELLO



Area sovietica: territorio vastissimo, molto eterogeneo dal punto di vista etnico e culturale. Unico fattore comune il comunismo, elemento che identifica le proposte dell’incursione letteraria di oggi


• STORIA DELLA LETTERATURA RUSSA
Guido Carpi, Carocci 2010, 48.00 euro
Un volume è consistente in tutti i sensi: più di 700 pagine (comprese bibliografia e indici) per raccontare la storia letteraria della Russia dalla seconda metà del ‘600 ai primi anni del ‘900, da Pietro il Grande alla Rivoluzione d’Ottobre. Una delle civiltà letterarie più grande di tutti i tempi ricostruita in un’opera organica, un’opera destinata non solo a chi già conosce la letteratura russa attraverso i suoi più grandi autori, ma anche ai neofiti, che riescono così ad avere un quadro storico completo.
Si parla di letteratura russa moderna, di quella letteratura che si struttura in un sistema culturale integrato, fondato su una lingua letteraria unitaria, organizzato secondo le norme di retorica e stile (senza rinnegare il precedente, tutto lo scritto che, non rispondendo a questi requisiti, ha comunque costituito la base necessaria per il fiorire della letteratura moderna, quella che dagli anni Trenta del XVIII secolo arriva al ‘900). Il criterio fondamentale è il sistematico confronto fra panorama letterario e panorama storico, nell’intento di contestualizzare le opere di espressione intellettuale nel tessuto degli eventi storici.
Dalle origini, descritte nel prologo, agli autori meno noti del ‘700, poi ai grandi dell’’800 e ai minori dell’‘800, ai realisti e neorealisti, ai moderni, alle avanguardie.
Un volume prezioso, che Guido Carpi, docente di Letteratura russa all’Università di Pisa, offre come un manuale di consultazione e di studio o più semplicemente come uno scrigno dal quale estrarre spunti per dedicarsi alla lettura dei tesori della narrativa e della poesia russa.


• LO STRANO PAESE DELLA FALCE E MARTELLO
Jawaharlal Nehru, Guida 2010, traduzione di Maurizio Griffo, 10,00 euro
L’autore è un indiano, quel Nehru che fu il primo Primo ministro nella storia dell’india indipendente, quel Nehru che dopo aver studiato a Cambridge in Gran Bretagna torna in India e lotta per l’indipendenza del suo paese, quel Nehru che lo stesso Gandhi aveva indicato come suo successore, quel Nehru che ha generato Indira Gandhi (a sua volta primo ministro dell’India), quel Nehru che ha sempre professato la pace con i musulmani e si è speso per programmi pluriennali per risollevare economicamente il suo paese, per dargli sicurezza e stabilità.
Cominciare a raccontare la Russia con un autore indiano può stupire. Cosa c’entra Nehru con l’URSS, il paese della falce e martello? Nel 1928 questo giovane, brillante intellettuale indiano fa un viaggio in URSS: sono circa dieci anni che quel paese sta provando la formula della società dell’utopia dove tutti sono uguali e che Nehru, ispirato da idee socialiste, vuole studiare per adattarle al suo paese. Ma accanto e frammisto all’entusiasmo per il grandioso progetto di emancipazione umana, avendo studiato in Inghilterra, Nehru pone anche il liberismo inglese e quindi le sue impressioni sono mutevoli e contrastanti. Un’esperienza di viaggio straordinaria, allora come oggi.


• STORIA DEL COMUNISMO
Luigi Cortesi, Manifestolibri 2010, 65.00 euro
Una ricostruzione storica, che ricostruisce la mappa dell’ “assalto al cielo” dalle più antiche utopie all’esperienza bolscevica e alla sua crisi: questo il fine del volume di Cortesi, per far luce sui problemi complessi del comunismo, per riproporre una riflessione in un momento storico in cui la discussione sulla sua morte si scontra con l’avanzata del capitalismo e della complessità problematiche anche ad esso connesse.
La constatazione che non si possa ridurre il comunismo alla sola Unione Sovietica e al suo sistema geopolitico, che non si possa concentrarlo cronologicamente al secolo breve è la base del ragionamento. Si allargano quindi i limiti geografici e temporali. Che il comunismo sia l’ombra del capitalismo, l’alternativa, il conflitto sociale, il movimento generato dalla diseguaglianza tra classi e gruppi umani è l’altro argomento di confronto: la sua storia non può lasciare nessuno indifferente, perché nessuno in questi termini ne è rimasto/rimane fuori.


• ALCUNE MIE VITE
Varlam Salamov, Mondadori 2009, a cura di Bigazzi, Rapetti, Sirotinskaja, 25,00 euro
La vita di Salamov è nota ai più: scrittore e poeta russo, arrestato una prima volta nel 1929 e condannato a tre anni di lavori forzati, arrestato nuovamente nel 1937 come controrivoluzionario viene mandato in Siberia, in un Gulag dove resiste vent’anni. La memoria di questi vent’anni è scritta nei Racconti della Kolyma, completati nel 1973, pubblicati a Londra e solo nel 1987, postumi (Salamov muore nel 1982) in Russia.
Alcune mie vite, da poco pubblicato da Mondadori, raccoglie degli inediti: documenti soprattutto, per la prima volta possiamo leggere i verbali dei tre processi (1929, 1937, 1943), i rapporti informativi legati alla vicenda, rilasciati alla polizia politica da spie e delatori, i racconti dello stesso Salamov a testimonianza dell’accaduto.
Uno spaccato non solo delle sue vicende personali, ma della realtà quotidiana dell’URSS. Il racconto L’assalto al cielo, per esempio, in pochissime pagine descrive il ruolo dell’università, la necessità post rivoluzione di trovare quadri dirigenti, la costituzione dello stato… Questioni ancora oggi interessanti, non solo per il blocco sovietico o quel che di esso resta.


• SIBERIA
Nikolai Maslov, Alet 2007, traduzione dal francese di Stefano Andrea Cresti, 15,00 euro
Siberia ha una storia importante alle spalle: è Emmanuel Carrère (scrittore francese pubblicato in Italia da Einaudi) ha descriverne la genesi nella prefazione.
E’ in Russia, a Mosca nel 2000, per girare un documentario. Incontra un intellettuale francese, Emmanuel Durand che ha sposato una russa e vive a Mosca da tempo, dove ha fondato una libreria/casa editrice, la Pangloss, e che ha creato attorno a sé un folto gruppo di intellettuali, che frequentano la sua casa e la sua libreria (prima clandestinamente, poi dagli anni ’90 liberamente). Durand, durante una cena, racconta a Carrere l’incontro con Maslov, l’autore di Siberia, avvenuto quattro anni prima, quando quest’uomo timido e dimesso gli si presenta mostrandogli delle tavole illustrate. A Durand piacciono ed è disposto a sovvenzionare Maslov: 200 dollari al mese per tre anni (lo stipendio che percepiva allora Maslov per il suo lavoro di guardiano notturno in un magazzino). Maslov si mette al lavoro, disegna e racconta la sua storia. A partire dal 1971, dal servizio militare, dalle bevute di vodka che stordiscono e fanno dimenticare la durezza delle giornate siberiane, a brevi scorci di vita familiare, alla propaganda che denigrava tutto ciò che aveva parvenza di occidentale.
Maslov non ha una una scuola alle spalle (a parte un anno a dipingere nature morte), non ha studiato tecniche di disegno, né corsi di fumetto. Non ha nemmeno letto fumetti, ma i suoi disegni in b/n sono precisi, affascinati, le inquadrature originali, la capacità descrittiva esauriente.
Ancora una curiosità: quando Maslov presenta il suo lavoro a Durand, in Russia i fumetti sono rari (nel 2000 la Pangloss aveva appena pubblicato la prima traduzione russa di Asterix) e sono pochissimi i disegnatori, per lo più molto giovani e che si cimentano nei manga. Maslov aveva 45 anni, una famiglia da mantenere, un grande talento, che Durand ha avuto la lungimiranza di intuire.


• CADUTA LIBERA
Nicolai Lilin, Einaudi 2010, 21,00 euro
Lilin è originario della Transnistria, regione fino al 1990 parte dell’URSS, poi diventata parte della Repubblica di Moldavia, de facto stato indipendente, non riconosciuto ufficialmente. Lilin scrive in italiano.
L’esordio è stato l’anno scorso, con Einaudi, e la sua Educazione siberiana, un libro, che a me è piaciuto molto (per quanto violento) e che ritengo interessante soprattutto per la memoria culturale che racchiude: Lilin infatti ha raccontato la storia della sua gente, del suo popolo che dalla Siberia è stato trasferito forzatamente al sud per quell’idea del divide et impera che l’URSS aveva fatto sua. Lilin nel momento in cui si rende conto, per quanto molto giovane, che la cultura siberiana, il codice dell’associazione criminale che costituisce la società, si sta sgretolando e la morale criminale si sta corrompendo decide di abbandonare fisicamente la Transnistria e di dare forma scritta a tutto quello che ha assorbito dagli anziani della sua gente, decide che prima che scompaia anche la memoria dei sui antenati è suo dovere raccontarla. Educazione siberiana nasce da questo desiderio.
Caduta libera è il seguito, Lilin inizia il racconto là dove l’aveva interrotto. La sua vita di giovane, libero, criminale ma con un’etica, la vita in mezzo alla sua gente si interrompe con la chiamata dell’esercito sovietico. Il suo sguardo si sposta dalle attività della sua cittadina all’orizzonte ceceno, orizzonte senza orizzonte, dove Lilin è costretto a svolgere il servizio militare, dove il conflitto è uguale e peggiore di tutti i conflitti. Dove la guerra è sopravvivenza.

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