mercoledì 5 maggio 2010
PENELOPE STAMPA E CUCE: STAMPA AD ARTE IN FRIULI
Verona - Qui, come in una cantina o in un’alcova, con scaffali di libri distesi sopra la testa e accanto, a Pagina dodici, in corte Sgarzerie 6/a, da Roberta, si presenta CappaZeta.
Una libraia veronese ospita il 7 maggio, alle 18, un’editrice friulana che stampa e cuce libri a Udine.
Quando lo fa non si limita a cucire insieme le pagine - gesto normale per un piccolo editore d’arte - ma anche a “scriverci” sopra con ago e filo, sostituendo la carta con ritagli di lenzuola di lino, su cui sono state serigrafate le forme dei imparaticci, i compiti con cui le ragazze, riga dopo riga, imparavano l’ortografia del ricamo: il punto erba, a nido d’ape, come si fa un’asola…
In Di mano in mano, libro di stoffa edito in tre copie, il racconto indugia tra ghiribizzi, pittogrammi, pause tonali, frammenti che rifluiscono a metà dell’opera in un doppio ritratto: due bambine, una più grandicella dell’altra che si tengono per mano: silouhette di filo rosso, senza visi, fuori dal tempo.
È curioso come, aprendolo, il lettore si ritrovi ad ascoltare il silenzio, una certa qualità del silenzio, interrotta - proviamo ad immaginare - da un brusio di voci, forse addirittura da delle risate appena trattenute.
Una stanza che la finestra illumina, verso sera, di luce naturale, dove donne più e meno giovani si passano un sapere senza libri.
Requiem per un cementificio
Il bisogno di testimoniare riguarda da vicino anche un'altra opera di Loretta Cappanera, artefice con Andrea Zuccolo del catalogo CappaZeta.
Tabogan è una cosa sola eppure pregna di significati trasversali. Innanzitutto, il nome colloquiale con cui si indicava un cementificio che ha segnato la storia del lavoro a Cividale, la città in cui Loretta Cappanera è nata.
Nel 2002, l’imponente struttura dei Cementi Friuli è stata cancellata dalla topografia sentimentale della città grazie all’interessamento di una banca. Una fetta di paesaggio industriale, abbastanza antico da confondersi con le radici del posto, è svanito, chiedendo compassione.
Sono nate allora le xilografie che formano l’album del Tabogan. Parola russa, importata dai lavoratori friulani e veneti, andati e tornati dalla Russia per la costruzione della Transiberiana. Usata là per indicare una slitta a mano e qui, nel cementificio, per dei carrellini su ruote, mossi sempre a forza di braccia.
In più, a Cividale, la familiarità di quelle ciminiere in funzione faceva dire che: «quello fuma come un tabogan». Oggi, niente più cementifici né tabagisti (o quasi), ma un libro in sette copie.
Anche La terra incisa segue la stessa linea della memoria, un titolo dedicato a Sem terra del Brasile a chi, in un frase che rischia di suonare come un epitaffio, denuncia il prossimo, tragico, finale di partita: «noi non abbiamo ricevuto la terra dai nostri padri, l’abbiamo ereditata dai nostri figli».
Di nuovo la terra e il tempo, viste attraverso il conflitto tra cambiamenti e identità. Non a caso, il libro, numerato da uno a dieci, è stato pensato in forma quadrata con pagine che si aprono, allungandosi come orizzonti e affidando la narrazione alle istantanee polarizzate di Danilo De Marco.
In più, l’idea di avere o non avere la terra sotto i piedi per lavorarla e accarezzarla è resa con le due xilografie a secco. Quasi un orma che si fa paesaggio o il contrario, dove l’abilità di Cappanera sta nella visione asimmetrica.
Il vuoto di segni al centro sembra, addirittura, suggerire, il “rischio” implicito di ogni passo in avanti, quando spostiamo il peso da uan gamba all’altra.
Serata di poesia
Oltre ai libri d’artista, questa piccola casa editrice di Udine stampa una collana di Quaderni di poesie. Spazio a parte, coltivato con la stessa attenzione riservata ai fratelli maggiori.
In questo caso, i versi corrono senza immagini e l’intervento si limita alla copertina, ancora un’incisione di Cappanera che occhieggia nella direzione del canto.
E proprio per onorare il posto, la buona grazia della libraria, la presentazione dei libri sarà, volontariamente, interrotta, dalla lettura dei versi per bocca di alcuni poeti presenti tra cui Antonella Bragagna, Andrea Zuccolo e Gigi Zoppello.
(il testo è di Nicola Dal Falco)
I libri presentati:
Da i Libri d’artista di Loretta Cappanera:
Di mano in mano, 3 esemplari numerati, 25,5x18,5 cm, serigrafie e ricami a mano, copertina di feltro serigrafata; prende spunto da una fotografia che ritrae due bambine e da un ricamo di Erminia Tomat, zia dell’artista, 2008;
Tabogan, 7 copie numerate in carta Fabriano Rosaspina, 26x35 cm, stampate in xilografia e serigrafia, copertina in cartone cuoio, serigrafata con interventi di pittura; ispirato alla chiusura e abbattimento dello storico cementificio Vittoria di Cividale, 2009;
La terra incisa, 10 esemplari numerati in carta Fabriano Rosaspina, 20,5x20,5 cm, copertina in cartone, custodia in plexiglass, xilografie a secco e serigrafie che riproducono scatti fotografici; ispirato al reportage di Danilo De Marco per i Sem terra del Brasile, 2007;
Ali di carta, 2 esemplari numerati in carta giapponese, 24x36 cm, con base di cartone intessuto di filo di cotone, dorso in garza, legatura orientale; ispirato al tema dell’angelo e alle varie sfumature del bianco, 1998;
Sussurri, 9 esemplari numerati in carta a mano, 27x20 cm, copertina in cartone, xilografia e punta a secco su plexiglass, poesia di Agneta Falk, tradotta da Raffaella Marzano; carte recuperate da una tipografia dello Yorkshire; ispirato ad un viaggio e alla lettura dell’opera della Falk, 2001;
Quando il vento ci coglie, 5 esemplari numerati in carta giapponese, 32x34cm, xilografie e ttimbri in gomma, interventi con macchina da cucire, copertina fatta a mano, frammento di testo, tratto da La canzone di Zima di Roberto Vecchioni, 2010.
Da i Quaderni di poesia CappaZeta:
Tina Modotti di Jack Hirschman; Didone a una kamikaze di Anna Lombardo; Neppure le rondini di Andrea Zuccolo; Majakovskij di Etel Adnan; E fra le ciglia corte e segrete di Antonella Bragagna; La via della seta di Antonio De Biasio; Il viaggio di Luciano Morandini; Pura luce del mattino di Gigi Zoppello; Corale per oche e voce sola di Andrea Zuccolo; L'occhio destro del tonno di Nicola Dal Falco.
Una libraia veronese ospita il 7 maggio, alle 18, un’editrice friulana che stampa e cuce libri a Udine.
Quando lo fa non si limita a cucire insieme le pagine - gesto normale per un piccolo editore d’arte - ma anche a “scriverci” sopra con ago e filo, sostituendo la carta con ritagli di lenzuola di lino, su cui sono state serigrafate le forme dei imparaticci, i compiti con cui le ragazze, riga dopo riga, imparavano l’ortografia del ricamo: il punto erba, a nido d’ape, come si fa un’asola…
In Di mano in mano, libro di stoffa edito in tre copie, il racconto indugia tra ghiribizzi, pittogrammi, pause tonali, frammenti che rifluiscono a metà dell’opera in un doppio ritratto: due bambine, una più grandicella dell’altra che si tengono per mano: silouhette di filo rosso, senza visi, fuori dal tempo.
È curioso come, aprendolo, il lettore si ritrovi ad ascoltare il silenzio, una certa qualità del silenzio, interrotta - proviamo ad immaginare - da un brusio di voci, forse addirittura da delle risate appena trattenute.
Una stanza che la finestra illumina, verso sera, di luce naturale, dove donne più e meno giovani si passano un sapere senza libri.
Requiem per un cementificio
Il bisogno di testimoniare riguarda da vicino anche un'altra opera di Loretta Cappanera, artefice con Andrea Zuccolo del catalogo CappaZeta.
Tabogan è una cosa sola eppure pregna di significati trasversali. Innanzitutto, il nome colloquiale con cui si indicava un cementificio che ha segnato la storia del lavoro a Cividale, la città in cui Loretta Cappanera è nata.
Nel 2002, l’imponente struttura dei Cementi Friuli è stata cancellata dalla topografia sentimentale della città grazie all’interessamento di una banca. Una fetta di paesaggio industriale, abbastanza antico da confondersi con le radici del posto, è svanito, chiedendo compassione.
Sono nate allora le xilografie che formano l’album del Tabogan. Parola russa, importata dai lavoratori friulani e veneti, andati e tornati dalla Russia per la costruzione della Transiberiana. Usata là per indicare una slitta a mano e qui, nel cementificio, per dei carrellini su ruote, mossi sempre a forza di braccia.
In più, a Cividale, la familiarità di quelle ciminiere in funzione faceva dire che: «quello fuma come un tabogan». Oggi, niente più cementifici né tabagisti (o quasi), ma un libro in sette copie.
Anche La terra incisa segue la stessa linea della memoria, un titolo dedicato a Sem terra del Brasile a chi, in un frase che rischia di suonare come un epitaffio, denuncia il prossimo, tragico, finale di partita: «noi non abbiamo ricevuto la terra dai nostri padri, l’abbiamo ereditata dai nostri figli».
Di nuovo la terra e il tempo, viste attraverso il conflitto tra cambiamenti e identità. Non a caso, il libro, numerato da uno a dieci, è stato pensato in forma quadrata con pagine che si aprono, allungandosi come orizzonti e affidando la narrazione alle istantanee polarizzate di Danilo De Marco.
In più, l’idea di avere o non avere la terra sotto i piedi per lavorarla e accarezzarla è resa con le due xilografie a secco. Quasi un orma che si fa paesaggio o il contrario, dove l’abilità di Cappanera sta nella visione asimmetrica.
Il vuoto di segni al centro sembra, addirittura, suggerire, il “rischio” implicito di ogni passo in avanti, quando spostiamo il peso da uan gamba all’altra.
Serata di poesia
Oltre ai libri d’artista, questa piccola casa editrice di Udine stampa una collana di Quaderni di poesie. Spazio a parte, coltivato con la stessa attenzione riservata ai fratelli maggiori.
In questo caso, i versi corrono senza immagini e l’intervento si limita alla copertina, ancora un’incisione di Cappanera che occhieggia nella direzione del canto.
E proprio per onorare il posto, la buona grazia della libraria, la presentazione dei libri sarà, volontariamente, interrotta, dalla lettura dei versi per bocca di alcuni poeti presenti tra cui Antonella Bragagna, Andrea Zuccolo e Gigi Zoppello.
(il testo è di Nicola Dal Falco)
I libri presentati:
Da i Libri d’artista di Loretta Cappanera:
Di mano in mano, 3 esemplari numerati, 25,5x18,5 cm, serigrafie e ricami a mano, copertina di feltro serigrafata; prende spunto da una fotografia che ritrae due bambine e da un ricamo di Erminia Tomat, zia dell’artista, 2008;
Tabogan, 7 copie numerate in carta Fabriano Rosaspina, 26x35 cm, stampate in xilografia e serigrafia, copertina in cartone cuoio, serigrafata con interventi di pittura; ispirato alla chiusura e abbattimento dello storico cementificio Vittoria di Cividale, 2009;
La terra incisa, 10 esemplari numerati in carta Fabriano Rosaspina, 20,5x20,5 cm, copertina in cartone, custodia in plexiglass, xilografie a secco e serigrafie che riproducono scatti fotografici; ispirato al reportage di Danilo De Marco per i Sem terra del Brasile, 2007;
Ali di carta, 2 esemplari numerati in carta giapponese, 24x36 cm, con base di cartone intessuto di filo di cotone, dorso in garza, legatura orientale; ispirato al tema dell’angelo e alle varie sfumature del bianco, 1998;
Sussurri, 9 esemplari numerati in carta a mano, 27x20 cm, copertina in cartone, xilografia e punta a secco su plexiglass, poesia di Agneta Falk, tradotta da Raffaella Marzano; carte recuperate da una tipografia dello Yorkshire; ispirato ad un viaggio e alla lettura dell’opera della Falk, 2001;
Quando il vento ci coglie, 5 esemplari numerati in carta giapponese, 32x34cm, xilografie e ttimbri in gomma, interventi con macchina da cucire, copertina fatta a mano, frammento di testo, tratto da La canzone di Zima di Roberto Vecchioni, 2010.
Da i Quaderni di poesia CappaZeta:
Tina Modotti di Jack Hirschman; Didone a una kamikaze di Anna Lombardo; Neppure le rondini di Andrea Zuccolo; Majakovskij di Etel Adnan; E fra le ciglia corte e segrete di Antonella Bragagna; La via della seta di Antonio De Biasio; Il viaggio di Luciano Morandini; Pura luce del mattino di Gigi Zoppello; Corale per oche e voce sola di Andrea Zuccolo; L'occhio destro del tonno di Nicola Dal Falco.
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