martedì 17 luglio 2012

CONTRIBUTO ALL'ARTE

Siedo sognando.
Brame, sensazioni:
All'Arte questo ho dato.
Volti, figure,
Visti, perdute.
Di amori indefiniti
Qualche ricordo vago.
Un'Arte che si nutre
Di questa forma della Bellezza
E con sagacia ne contorna i tratti
Mi prese inavvertita,
Mi rese intensa la vita.
In me impressioni e giorni
S'intricarono.

(Mio contributo all'Arte, in Un'ombra fuggitiva di piacere, di Costantinos Kavafis, a cura di Guido Ceronetti, Adelphi)

Arte Bellezza Poesia Passione: cercavo questo per A.Z. Kavafis mi ha prestato le parole.

UNA VOLTA I TIPOGRAFI


Una volta i tipografi erano tutti un po’ rivoluzionari e per una buona percentuale anarchici. Deve essere stato una sorta di adattamento della specie: l’ultima razza che riusciva anche nel frastuono a meditare tra sé e sé. La macchina da cui dipendevano era, comunque, una macchina che stampava pensieri.
Ma perché anarchici? Penso che derivasse da un paradosso, dal fatto di lavorare come architetti della pagina e, al tempo stesso di immergere il lato matematico nel libero scorrere di immagini. Operai, ma con la consapevolezza, più o meno manifesta, di partecipare al cantiere di una cattedrale.
Servivano il sapere nel vivo della battaglia per la sua diffusione, per la sua visibilità. Come non sentirsi, allora, abili e arruolati, ma con un bastone di maresciallo nello zaino, equidistanti sia dalla semplice carne da cannone sia dalla protervia dei capitani?

A me Alessandro Zanella ha dato sempre questa impressione, di lavorare per una buona causa, talmente buona o se volete ovvia da conservare il senso della bellezza e la capacità d’indignarsi ogni volta che è in pericolo. Il bello si difende, non può essere solo consumato.
Mirate una copertina dei suoi libri, passate il dito indice sulla costa lungo la rilegatura e l’intero palmo sulla pagina, avvertendo il braille in negativo dei caratteri impressi sul foglio, difficile non provare un sorta di assennata ebbrezza.
Stampare è una fatica che rende felici.
Felici di ricominciare in un vizio che spinge le parole per il mondo, che rimette in comunicazione l’artista con l’artigiano.
Direi che nell’asfittico panorama dell’arte concettuale o violentemente realistica, stupidamente osé, trovare un libro, composto e stampato a mano da Zanella, dove lo scrittore scrive e il pittore o l’incisore illustra, è come passare dalla visione apocalittica di un ipermercato a quella individuale e quotidiana dell’orto di casa.
Geometria e natura che non confliggono troppo, si studiano e aspettano tanto la primavera che la neve.
Comprate libri belli, studiate o dilettatevi da tipografi, la cascina con stamperia sulle colline tra Verona e il Mincio è aperta.
— Nicola Dal Falco

Ho ricevuto questo testo ieri. E' scritto da un amico e dedicato ad un amico.