mercoledì 28 ottobre 2009

UN RICORDO DI MIO PADRE

Ogni anziano che vedo
Mi ricorda mio padre
Quando si innamorò della morte
Al tempo in cui si raccoglieva il grano.

Ne vidi uno a Gardiner Street
Che inciampavca sul marciapiede,
Mi diede una mezza occhiata,
Avrei potuto essere suo figlio.

E mi ricordo del musicista
Esitante sul suo violino
A Braywater, Londra,
Lui pure mi ha posto quell'enigma.

Ogni anziano che vedo
Nel tempo che ha i colori di ottobre
Sembra dirmi:
"Una volta fui tuo padre"

(tratto da Andremo a rubare in cielo, di Patrick Kavanagh, a cura di Saverio Simonelli, Ancora 2009)

martedì 27 ottobre 2009

ATTRAVERSO UN VETRO OPACO

Nonostante la giovane età Petra Hulova (Praga 1979) è una grande scrittrice. Non è una frase ad effetto. E’ la realtà. Pubblica nel 2002 il suo primo romanzo In memoria di mia nonna (questa più o meno la traduzione del titolo), che diventa in breve tempo uno dei più letti del decennio nella Repubblica Cèca: ambientato in Mongolia dove la scrittrice ha trascorso un anno di studio, è la storia di tre generazioni di donne. La prima traduzione in inglese dell’opera viene pubblicata in questi giorni negli Stati Uniti.
Due anni dopo (2004) vede la luce Attraverso un vetro opaco, appena pubblicato da La Tartaruga, prima traduzione italiana.
La scrittura è asciutta, senza discorsi diretti, o meglio con il discorsi diretti inseriti nel racconto in prima persona prima di un figlio poi di una madre. Monologhi, inseriti in uno spazio silenzioso, il mondo fuori. Fuori da quel vetro opaco che separa dal resto, il fuori da se stessi. Un romanzo introspettivo, di ricerca personale, dove i personaggi sono due, un figlio ed una madre/moglie/donna, eterno legame, conflitto senza scontro fisico, senza confronto verbale. Due entità separate da un vetro, appannato gelato sporco. Uno palcoscenico con un solo personaggio, un personaggio solo, illuminato nel momento in cui ha la parola, una immagine in bianco e nero, senza tempo.
Dal 2004, la Hulova ha scritto altri quattro libri: attendiamo le traduzioni.
(Attraverso un vetro opaco, Petra Hulova, traduzione dal cèco di Laura Angeloni, La Tartaruga 2009)

venerdì 23 ottobre 2009

PICCOLO GRANDE RE



Una favola.
Un breve e vivace componimento narrativo, i cui attori sono esseri animati o cose inamnimate, ed il fine è di far comprendere praticamente e in modo facile e piano una verità morale. Dal latino fabula, a sua volta derivante dal più arcaico verbo fari nel significato di parlare. Etimologicamente parlando.
Piccolo Re e Grande Re , un albo illustrato appena arrivato in libreria per le edizioni Arka, è una favola deliziosa. Dolce e delicata narrazione di Nicola Cinquetti, accompagnata dalle belle illustrazioni di Daniella Vignoli.
Non una fiaba (non ci sono orchi e fate) ma un piacevole racconto, la cui morale non ha limiti di età. Per vivere sereni con semplicità in un mondo colorato dalla fantasia, giocando con i contrari filosofici.
(Piccolo re e Grande Re, di Cinquetti - Vignoli, Arka 2009)

mercoledì 21 ottobre 2009

A PARIGI, PARLANDO ARABO A SAINT-GERMAIN

Un uomo, quarantenne, residente in Francia da trent’anni, esperto di alta finanza, direttore di banca, decidere di dare una svolta alla sua vita: abbandona la casa materna nella banlieue parigina per trasferirsi a Parigi, nel cuore pulsante della ville lumière per vivere finalmente libero. Non ha più voglia di dover render conto alla madre e al fratello, non ha più voglia di pranzi domenicali con tutta la famiglia, di dover tornare a casa la sera ad un’ora decente perché la madre non si preoccupi, non ha più voglia di discutere sul suo stato civile, scartando regolarmente tutte le fidanzate che gli vengono proposte… Desidera essere libero, vivere in un bell’appartamento in centro adeguato alla sua posizione sociale e alle sue ingenti disponibilità economiche, ma soprattutto desidera “frequentare” quante più donne possibile.
L’idea è quella di diventare a tutti gli effetti un quarantenne francese. Perché in realtà francese non è: la pelle sbiancata dalle creme, i capelli ricci fatti stirare sistematicamente dal parrucchiere di fiducia, il nome francese mascherano sapientemente un uomo algerino di nome algerino, di famiglia algerina, di religione musulmana.
L’idea è quella di dare inizio ad una vita da bohemien, accompagnandosi con giovani donne francesi. Ma la realtà è che, nonostante tutti i suoi sforzi, incontra solo donne di origine algerina, più o meno emancipate, più o meno osservanti, ma che immancabilmente lo piantano in asso.
A complicare gli intrecci amorosi, la fatale, costante, presenza delle opere letterarie di una scrittrice algerina di dubbia esistenza.
La situazione, raccontata all’autrice come durante una terapia psicoanalitica, è spesso comica, quasi grottesca, con la figura della madre che ossessivamente cerca di riportare il figlio all’interno di quella che per lei è normalità e tradizione.
Alla fine ci si domanda se il racconto di Mohamed Ben Mokhtar/Basile Tocquard sia realtà o finzione, se Hadda, Khadija, Djamila, Fatima abbiano davvero incontrato il nostro uomo, oppure siano frutto della sua immaginazione…
Divertente, irriverente nel descrivere la vita del maschio single, curioso nell’accompagnare il lettore dal Café de Flore al jazz bar in Saint-Germain, dalla librerie La Hume al Café des Amis di Ménilmontant: Leila Marouane descrive la difficoltà di vivere a cavallo di due culture, il desiderio di assimilarsi alle abitudini del luogo in cui si vive, senza dimenticare (per volontà o per incapacità) quelle del luogo in cui si è nati.
Leila Marouane è nata in Tunisia, a Djerba, nel 1960 da genitori algerini impegnati attivamente nella lotta politica. Cerca rifugio in Francia nel 1990 e vi si trasferisce stabilmente nel 1991, a Parigi, dove inizia la carriera giornalistica. Al suo attivo una decina di pubblicazioni, fra romanzi e saggi: Vita sessuale di un fervente musulmano a Parigi è il terzo libro tradotto in Italia (precedenti Doppio ripudio e Castigo degli ipocriti, pubblicati entrambi dalla piccola grande casa editrice Epoché nel 2004 e 2006). Nel 2006 è stata ospite della Fiera del libro di Torino insieme a Ghosh, Darwish, Mishra, Gutierrez e altri all'interno del progetto Lingua Madre, che riunisce scrittori di paesi extra europei accumunati dal lavoro innovativo sulla loro tradizione culturale.
(Vita sessuale di un fervente musulmano a Parigi, Leila Marouane, traduzione dal francese di Gaia Panfili, E/O 2009)

mercoledì 7 ottobre 2009

ASPETTANDO GIPI



Infanzie a confronto, un viaggio nel passato che trova riscatto nel presente.
Cieli bigi e mare mosso. Un sorriso innocente.
Gipi tra qualche giorno sarà in libreria...
(Gli innocenti - Baci dalla provincia, Gipi, Coconino press)