venerdì 2 giugno 2017
UTE LEMPER: BELLEZZA
Emozione.
Emozione di essere trascinati altrove, nel tempo e nello spazio, dalla voce suadente, versatile, ammaliante di Ute Lemper.
Un pianoforte (Vana Giering, tedesco e cresciuto professionalmente negli Stati Uniti), un contrabbasso (Romain Lecuyer, francese di Nantes con il tango nel sangue), un bandoneon (Victor Villena, argentino e francese di adozione) e l'eleganza di Ute Lemper portano lo spettatore dai bassifondi di Buenos Aires, ai cabaret parigini, all'irrequieta Berlino.
La voce è protagonista: Ute gioca con gli idiomi, con i suoni, le parole, le scale. Dialoga con gli strumenti. Ripercorre il Novecento attraverso le canzoni che furono di Marlene Dietrich, Edith Piaf, Jacques Brel, Leo Ferré, di Kurt Weill e Bertold Brecht. Si ricreano le atmosfere dell'Opera da tre soldi, i cieli di Barbara, i porti di Brel, i ricordi e gli amori di Piaf.
Quello che colpisce è non solo la capacità vocale, ma soprattutto la raffinata interpretazione e l'eleganza con cui l'Artista domina il palcoscenico.
Ute Lemper canta e seduce ogni spettatore, perché sembra cantare per ognuno, guardandolo negli occhi e trascinandolo via con sé. Introduce i brani alternando inglese e francese, mescola storie e viaggi personali, e poi come le Sirene di Ulisse canta e incanta.
Non poteva aver battesimo migliore la terza edizione del Festival della bellezza, il 1 giugno al Teatro romano: Ute Lemper canta l'amore e la bellezza, impersona la grazia e l'armonia.
Emozione di essere trascinati altrove, nel tempo e nello spazio, dalla voce suadente, versatile, ammaliante di Ute Lemper.
Un pianoforte (Vana Giering, tedesco e cresciuto professionalmente negli Stati Uniti), un contrabbasso (Romain Lecuyer, francese di Nantes con il tango nel sangue), un bandoneon (Victor Villena, argentino e francese di adozione) e l'eleganza di Ute Lemper portano lo spettatore dai bassifondi di Buenos Aires, ai cabaret parigini, all'irrequieta Berlino.
La voce è protagonista: Ute gioca con gli idiomi, con i suoni, le parole, le scale. Dialoga con gli strumenti. Ripercorre il Novecento attraverso le canzoni che furono di Marlene Dietrich, Edith Piaf, Jacques Brel, Leo Ferré, di Kurt Weill e Bertold Brecht. Si ricreano le atmosfere dell'Opera da tre soldi, i cieli di Barbara, i porti di Brel, i ricordi e gli amori di Piaf.
Quello che colpisce è non solo la capacità vocale, ma soprattutto la raffinata interpretazione e l'eleganza con cui l'Artista domina il palcoscenico.
Ute Lemper canta e seduce ogni spettatore, perché sembra cantare per ognuno, guardandolo negli occhi e trascinandolo via con sé. Introduce i brani alternando inglese e francese, mescola storie e viaggi personali, e poi come le Sirene di Ulisse canta e incanta.
Non poteva aver battesimo migliore la terza edizione del Festival della bellezza, il 1 giugno al Teatro romano: Ute Lemper canta l'amore e la bellezza, impersona la grazia e l'armonia.
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