lunedì 23 novembre 2009

GIALLO MITTELEUROPEO CON TOCCO ESOTICO

Senza nulla togliere agli scrittori scandinavi che da qualche tempo monipolizzano il panorama del Giallo, alla ricerca di nuove suggestioni, spostando l'attenzione un po' più a sud, un po' più ad est...
• VEIT HEINICHEN (Germania)
LA CALMA DEL PIU’ FORTE
E/O 2009, traduzione di Silvia Montis, 18.00 euro
Nato a Stoccarda nel 1957, Heinichen è prima di tutto un libraio e un editore (co-fondatore nel della Berlin Verlag, vincitrice del premio Casa editrice dell’anno nel 1994 e nel 1999). Dal 1997 risiede in Italia, a Trieste, dove ambienta una serie di gialli il cui protagonista è il Commissario Laurenti.
I morti del Carso (e/o 2003): Trieste città di confine, fa da sfondo alla storia che introduce il commissario Proteo Laurenti sulla scena del crimine europeo: un nuovo personaggio del giallo e una nuova città si fanno spazio a pieno diritto fra altri protagonisti del genere letterario. Una scrittura appassionata, che entra nella città, ne fa sentire la bora e il calore dei caffè, fa percepire le soglie di confine fra il buono e il cattivo, fra l’Italia e la Slovenia.
Morte in lista di attesa (e/o 2004): politica, chirurgia estetica, traffico di organi sono gli ingredienti del secondo capitolo del commissario Laurenti. Squallore, ricchezza e immancabile ironia ad alleggerire la trama.
A ciascuno la sua morte (e/o 2005): il mare di Trieste e un delitto irrisolto del passato che prende nuova vita. Non forse la storia migliore di Heinichen, ma sempre con uno stile impeccabile che rende piacevole la lettura
Le lunghe ombre della morte (e/o 2006): armi, munizioni e documenti della Seconda Guerra Mondiale che portano le indagini dal presente al passato, dagli anni ’70 di nuovo al presente con le indagini che riportano stranamente a csa dello stesso Laurenti.
Danza macabra (e/o 2008): ancora Trieste. Il tema è quello dei rifiuti e del loro commercio. Si incrociano delinquenti serbi, addetti del consolato corrotti (consolato di un piccolo e sconosciuto paese dell’Est), sangue e violenza, in un ambiente eterogeneo ed indefinibile di una terra senza una precisa identità se non quella mitteleuropea
La calma del più forte (e/o 2009): mafia e alta finanzia, politici corrotti, crisi finanziaria e speculazione edilizia. Temi di attualità per la sesta indagine del commissario Laurenti. Trieste ancora punto di incontro e scontro, città di grandi traffici e di dubbie frequentazioni, nella quale Laurenti si muove sulle tracce del cane Argo.


• ZORAN DRVENKAR (Croazia)
SORRY,
Fazi 2009, traduzione dal tedesco di Vincenzo Gallico, Fabio Lucaferri, Violeta Marotta, 19.00 euro
Drvenkar nasce in Croazia nel 1967 e si trasferisce nel 1970 a Berlino con la famiglia. Scrive in tedesco, esordendo con libri per bambini e ragazzi, per i quali ottiene numerosi riconoscimenti.
L’idea di Sorry è originale: un’agenzia di servizi, che offre un servizio molto molto particolare. Un servizio di scusa, chiedere scusa: se non c’è il tempo di chiedere personalmente perdono, per qualcosa che si è fatto o non fatto o qualcosa che si è detto o non detto, ci si può rivolgere all’agenzia e pagare perché qualcuno lo faccia al posto del diretto responsabile. Sostanzialmente i clienti si rivolgono all’agenzia perché qualcuno chieda perdono in loro vece. E i servizi dell’agenzia sono talmente richiesti da alimentare buoni guadagni per i quattro berlinesi che hanno avuto l’idea di fondarla. Il mondo sembra aver trovato una via d’uscita, un modo per liberarsi la coscienza, ma chi si assume l’onere, per quanto ben remunerato, non riesce a rimanere estraneo alle responsabilità altrui. Interviene nei quattro protagonisti il coinvolgimento personale, soprattutto quando si trovano di fronte al cadavere di una donna: la spinta ad analizzare le motivazioni che spingono i clienti a chiede scusa diventa allora necessità di sapere le ragioni del delitto, necessità di indagine senza via d’uscita, partecipazione diretta al caso giudiziario.


• VILMOS KONDOR (Ungheria)
BUDAPEST NOIR,
E/O 2009, traduzione dall’ungherese di Laura Sgarioto, 18,00 euro
Nato nel 1954 in Ungheria, Kondor ritorna nel suo paese natale dopo il conseguimento della laurea in Ingegneria chimica alla Sorbona. Insegna matematica e fisica e nel frattempo scrive romanzi: Budapest noir è il suo quarto manoscritto, ma è il suo primo libro pubblicato (nel 2008 in Ungheria, ma i diritti sono stati acquistati in Polonia, Germania, Francia Olanda, nel 2009 viene pubblicato in Italia). Sono stati venduti i diritti per la trasposizione cinematografica.
Budapest noir è ovviamente ambientato a Budapest: Kondor ama l’Ungheria e ama Budapest e la racconta gli anni ’30 –’40 – ’50.
Nel 1936 inizia il racconto di Budapest noir e l’avventura di Zsigmond Gordon, il giornalista di cronaca giudiziaria che diventa l’investigatore di Kondor: l’omicidio di una ragazza, senza documenti ma con una copia di un libro di preghiere femminili ebraiche porta Gordon ad indagare nei bassifondi della città ma anche negli ambienti dell’alta società. Una storia romantica e tragica, in cui non mancano pregiudizi razziali e religiosi e grossi interessi economici. Il tutto alla soglia della seconda guerra mondiale, con le tensioni politiche, le intolleranze e le aggressività del fascismo emergente. Sullo sfondo una grande capitale europea, con i suoi fasti ed i suoi vizi.
Condor ha già pubblicato in Ungheria il seguito di Budapest noir (la traduzione del titolo potrebbe essere Il peccato di Budapest): una storia ambientata nel 1939, in cui Gordon indaga sull’uccisione di un collega e Sandor Nemes, detective in pensione, indaga su un traffico di cocaina. Le due indagini si sovrappongono e rivelano il coinvolgimento dipoliziotti corrotti e politici aderenti al nazismo Ungherese.
La particolarità di Condor, che si ispira a Hammet, Thompson e Willford, è di raccontare in terza persona e di non esprimere giudizi ma di indurre il lettore a formularli, in una sorta di lettura interattiva.


• MEHMET MURAT SOMER (Turchia)
SCANDALOSO OMICIDIO A ISTANBUL
Sellerio 2009, traduzione dal turco di Anna Lia Proietti Ergun, 13,00 euro
Nato ad Ankara nel 1959, Murat Somer è uno degli scrittori di punta della nuova narrativa turca. Famoso per le sue crime story, ambientate a Istanbul, dove lo stesso Somer risiede dal 1982.
Il detective di Somer parla in prima persona (si espone), e racconta la sua vita come bella di notte e uomo di giorno, perché il detective è in realtà un travestito: di giorno tecnico di computer (Somer ha lavorato come ingegnere alla Sony), giovane, bello, economicamente benestante, con una posizione sociale, di notte lavore nel suo locale notturno nel quartiere malfamato di Istanbul.
Quelle di Somer sono storie che, diventendo e sdrammatizzando, raccontano le due facce della realtà, due aspetti che rivendicano gli stessi diritti alla vita e alla dignità. Attraverso la storia dai toni noir, Somer vuole rendere pubblica la diversa umanità che popola Istanbul e non solo, vuole lottare attraverso il suo protagonista, che non ha caso è senza nome, per avere uno spazio.
La trama è costruita scientificamente, bilanciando momenti intimi ad altri corali, pause silenziose a spazi congestionati di persone.
Una ragazza, un uomo potente, un omicidio, il disinteresse della polizia mettono il nostro curioso detective sulle tracce dei responsabili, fra gente normale, organizzazioni criminali e gente insospettabile.
Si sorride leggendo Somer, pur calati in un noir movimentato e coinvolgente.

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