sabato 14 maggio 2011
OGNI TRENO HA IL SUO LIBRO
Non in tutti i treni si può leggere, e non tutto si può leggere in treno. Ogni libro ha la sua tipologia di vagone. Per evitare di infastidire qualche viaggiatore, e per non bruciarsi quello che in condizioni migliori potrebbe essere il più bel libro mai letto, bisogna essere accorti e scegliere con coscienza il cartaceo compagno di viaggio.
Prima di tutto, i Regionali. Su quei convogli delle volte hai così poco spazio che sei troppo impegnato a cercar aria respirabile per poter reggere qualsiasi sforzo intellettuale. In una situazione simile, il libro va tenuto in gabbia, e non bisogna farsi intenerire dai suoi mugolii, né dalle sue lusinghe. Se si è particolarmente tenaci e fisicamente robusti, si può tentare comunque. In questo caso, sono consigliabili volumetti agili, magari evitando le terribili edizioni tascabili in cui milioni di righe affollano una pagina. Ci si sentirebbe travolti da un mare di persone biascicanti piccole parole ingiallite, e non è una bella sensazione. Sui regionali, ciò che conta è la modestia.
Sugli Intercity, è tutta un'altra storia. Se valuti l'importanza del tuo spostamento quanto il prezzo del biglietto, significa che tutto sommato la modestia non è in cima alla tua scala di valori. Così se sfoderi dalla tua valigetta, comodamente seduto, un Meridiano della Mondadori, nessuno griderà allo scandalo o si sentirà in qualche modo offeso. Ognuno si sente al sicuro sulla poltrona di un Intercity, la propria incolumità non è in pericolo, e una generalizzata indifferenza coprirà anche la spudorata usura di un Newton & Compton acquistato al mercatino.
I vari Frecciarossa o Frecciabianca sono talmente veloci che non c'è neppure il tempo di leggere due paragrafi…
Poi ci sono gli Espressi notturni, una categoria in estinzione. Sono circhi itineranti e internazionali che si muovono col buio, lo spettacolo è sempre garantito. Gente di ogni provenienza diretta chissà dove si ritrova a dover condividere alcune ore in un'intima cabina da sei posti. Passati i primi minuti di imbarazzo, i personaggi all'interno della cabina iniziano a raccontarsi le rispettive esistenze, il più delle volte parlando il peggior inglese che si sia mai sentito, con una spontaneità che non ti aspetti. Se da un lato dunque risulta difficile leggere su un Espresso notturno, dall'altro hai la fortuna che quello seduto di fronte a te racconterà sicuramente una storia, e perdersela potrebbe essere davvero un peccato.
Luca Marchese è autore di questo articolo, pubblicato nella rubrica Pendolibri del sito Finzioni (www.finzionimagazine.it). Mi è piaciuto: adoro viaggiare in treno e leggere in treno e condivido l'idea che ogni treno e ogni viaggio abbia un libro che gli corrisponde... e forse anche viceversa.
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