Ho cercato Gerusalemme nelle voci degli autori arabi della Palestina, di oggi e del secolo appena trascorso. Ho provato a tracciare un “itinerario” di letture, cercando di rispettare la sofferenza e la storia di tutte le persone (palestinesi, israeliani, ebrei, arabi cristiani e musulmani) che hanno sofferto e che ancora continuano a soffrire per la terra di Israele e di Palestina.
Ascolteremo amicizie (possibili e impossibili), visiteremo case, incontreremo volti e frequenteremo scuole, dal periodo del mandato britannico ai nostri giorni, così come ci vengono narrate dalle scrittrici e dagli scrittori arabi di Palestina e di Israele, a Gerusalemme.
Una cosa mi preme sottolineare: quando ho iniziato ad ascoltare il racconto degli autori e delle autrici palestinesi (o che si sentono palestinesi, nonostante un diverso passaporto o una diversa nazionalità), non ho mai potuto smettere di ascoltare le voci degli autori ebrei e israeliani. Anzi, una voce ha chiamato l’altra, arricchendola e completandola. Ritengo che un ascolto ampio e di respiro sia preferibile al firmare petizioni contro o pro l’una o l’altra parte e penso che i libri di narrativa possano fare, in un certo senso, molto di più dei libri di storia. Il racconto, anche se spesso tratta di personaggi immaginari, ci riporta alla persona, alla sua storia, al suo volto, alla sua tragedia. Scrivo tutto questo perché vorrei riuscire a dire solo parole per conoscere e amare Gerusalemme, nella sua complessa unicità.
Maddalena Cavalleri
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