venerdì 30 aprile 2010

PRIMO MAGGIO



Festa del lavoro: partendo dal presupposto che qualsiasi lavoro, purché onesto, sia prezioso, per chi lo fa e per chi ne beneficia (non tanto come datore di lavoro, ma come comunità), sia rispettabile, degno di ringraziamento e di tutela. Quindi le proposte di oggi hanno per tema il lavoro

• PRIMO MAGGIO NELLA STORIA DELLA CLASSE OPERAIA
AA.VV., edizioni Lotta comunista (riedizione del 2005), 10,00 euro
Quattro capitoli per raccontare il significato di questa data, data simbolo in tutto il mondo, nata nel 1886 a Chicago e assunta nel 1889 dalla Seconda Internazionale come giornata internazionale di mobilitazione per la riduzione dell’orario di lavoro : 1) La storica lotta per la riduzione della giornata lavorativa (dagli albori in Inghilterra alle lotte negli Stati Uniti per la rivendicazione della giornata lavorativa di otto ore e poi il passaggio della lotta in Europa); 2) La giornata del Primo maggio (le rivendicazioni si allargano al Sud America, all’Australia, al Giappone) ; 3) Primo maggio fra guerra e rivoluzione (dalla Rivoluzione di Ottobre alla fine degli anni ’20, la Prima Guerra Mondiale e la ripresa post bellica) ; 4) Primo maggio nei tempi lunghi della controrivoluzione e dell’ineguale sviluppo capitalistico (gli anni centrali del ‘900, la Seconda guerra mondiale e la “conquista” di nuove adesioni nel mondo).
Il volume, corredato di un ricco apparato iconografico, vuole sottolineare non solo le conquiste e il significato di questa data storica, ma la necessità che sia una data internazionale.
Nota personale, che pecca certo di demagogia, legata polemiche degli ultimi giorni: non dovrebbe essere necessario introdurre regolamenti locali per regolare il lavoro il Primo maggio, per permettere orari straordinari: il Primo maggio deve essere la Festa dei lavoratori, di tutti, e tutti devo essere rispettati nel loro “non lavorare” in questo Primo maggio. Non si muore se non si lavora il Primo maggio, si muore se lo si fa.

• LOTTE OPERAIE NEGLI STATI UNITI D’AMERICA 1890-1910
AA.VV., Panta Rei editore 2008, 20,00 euro
Si tratta di un’antologia volta a descrivere il ruolo dei Sindacati e del movimento operaio negli Stati Uniti nel momento di maggior espansione economica, all’inizio dell’ascesa degli USA a grande potenza industriale.
Dall’analisi dei componenti che stanno alla base del fenomeno, quindi agricoltura, industria, ferrovia, tecnologia da un lato, urbanizzazione e immigrazione dall’altro si passa alla nascita dei sindacati di categoria e alle lotte contro i trust industriali. Il tutto in un periodo storico di grandissima espansione economica e in un territorio nuovo, vergine per quello che riguarda l’industria e il lavoro.
Un libro valido non solo per gli addetti al lavoro, ma per chi si interessa ai movimenti economici internazionali e alla storia dell’economia. Un saggio che si legge come un romanzo, in cui date e dati non appesantiscono la lettura, e in cui accanto a descrizioni più generali sono riportati casi specifici che rendono la stessa ancora più interessante.

• IL LAVORO NON E’ UNA MERCE
Luciano Gallino, Laterza 2007, seconda edizione 2009, 6,90 euro
Gallino è professore emerito di Sociologia all’Università di Torino e si è sempre occupato anche di lavoro e di impresa.
Nel 2001 Gallino aveva pubblicato un altro lavoro sulla flessibilità: Il costo umano della flessibilità, un lavoro importante in cui in una qualche misura proponeva delle ragioni sulla sostenibilità della flessibilità. A distanza di sei anni le cose sono cambiate: in primis per la direttiva della Commissione europea del 2003 che riforma il mercato del lavoro, in secondo luogo perché allora Gallino ammette di non aver più di tanto considerato le cause, cosa che invece diventa ora fondamentale ed importante metterle al centro di una politica globale del lavoro. Nella discussione in corso sulla flessibilità del lavoro, Gallino interviene come sociologo e paragona il dibattito ad una barca in una tempesta, il cui equipaggio si dedichi a decidere il logo da porre sulle vele e non a predisporre le misure per reggere alla forza delle onde. In campo lavorativo la tempesta deriva dall’aver messo in discussione quello che i lavoratori hanno conquistato nei decenni in termini di salari/stipendi e qualità del lavoro, perché messi in competizione con una massa enorme di nuovi salariati che lavorano con remunerazione miserabile ed in condizioni orrende.
La politica nazionale ed internazionale dovrebbe occuparsi di questo, di fare in modo che il confronto/scontro fra i due fronti non sia verso il basso, ma verso l’alto della scala dei diritti/doveri.

• L’IMPRESA IRRESPONSABILE
Luciano Gallino, Einaudi 2005 seconda edizione 2009, 12,50 euro
Ancora Gallino interviene in ambito economico, definendo irresponsabile un’impresa che al di là degli obblighi elementari di legge suppone di non dover rispondere ad alcuna autorità pubblica e privata, né all’opinione pubblica, in merito alle conseguenze in campo economico, sociale e ambientale delle sue attività.
Il dibattito internazionale è vivo da tempo, ma teoria e pratica di “responsabilità sociale dell’impresa” sono cose diverse! Ma tutte le decisioni su condizioni di lavoro, prezzi, trasporti, media, ambiente, tempo libero, alimentazione, risparmio, rischi, organizzazione della famiglia dipendono dal governo delle aziende. Le decisioni delle aziende devono tener conto delle conseguenze delle loro attività sulle nostre vite.

• LAVORO DA MORIRE
AA.VV., Einaudi 2009, 14,50 euro
Un’antologia di racconti di un’Italia sfruttata, come recita il sottotitolo. 11 autori, fra i quali figurano Dacia Maraini, Michela Murgia, Andrea Bajani, Tullio Avoledo, che si impegnano a raccontare il lavoro, facendosi spazio in una letteratura che nel nostro paese ne parla poco e, se ne parla, lo fa in maniera marginale. Questi racconti nascono della necessità di farci sentire le voci di lavoratori e lavoratrici per i quali lavoro nero, disoccupazione, precarietà, morti bianche sono realtà e non cose della quali hanno sentito parlare. Vicende piccole di fatica quotidiana, di sopruso quotidiano, di difesa quotidiana dei diritti del lavoro.

• SERVI
Marco Rovelli, Feltrinelli 2009, 15,00 euro
Una ricerca sui clandestini, sulla realtà italiana di paese sommerso dei clandestini al lavoro.
Un’indagine condotta da sud a nord, dai cantieri edilizi ai mercati ortofrutticoli che dà un’immagine crudele e orrenda del nostro paese e del nostro capitalismo, che sembra riproporre strumenti di sfruttamento ottocenteschi. Situazioni drammatiche di sfruttamento, di violenze e soprusi, attuabili grazie alla ricattabilità della forza lavoro clandestina.
Rovelli non si è presentato come giornalista, cosa che gli avrebbe impedito di raccogliere dati e testimonianze e avrebbe forse metto in pericolo la sua incolumità, ma si è mischiato ai clandestini, prestando orecchio alle loro storie sempre inascoltate e facendosi voce delle loro vite maltrattate.
Racconta storie, Rovelli, storie vere e tragiche. E sta attento alle parole, per ridare loro il vero significato, per rifare ordine anche dal punto di vista lessicale: confondere le parole, confonde i concetti e crea confusione. C’è chi volutamente sceglie di confondere, c’è chi, come Rovelli, vuole denunciare e far capire.

lunedì 26 aprile 2010

25 APRILE

Resistenza e liberazione dal nazi-fascismo: pubblicazioni recenti che ritraggono l’epilogo di una guerra, che ormai per pochi è memoria viva, per molti storia. Italia, italiani e lingua italiana

• TRIESTE ‘45
Raoul Pupo, Laterza 2010, 22,00 euro
Trieste, terra di confine, in cui si sovrappongono due guerre e due occupazioni: guerra che viene da est e guerra da ovest, occupazione jugoslava e occupazione alleata angloamericana. Terra anche di due movimenti di resistenza, quello jugoslavo e quello italiano. Un caso a sé, che rappresenta la prima crisi internazionale del dopoguerra. Quasi un laboratorio, Trieste, per la politica internazionale ma anche per i diversi movimenti di liberazione che vengono a contatto e scontro, per il PCI italiano e il partito comunista jugoslavo. Trieste luogo delle foibe, Trieste insanguinata da vinti e vincitori.
Raoul Pupo è voce autorevole per fare chiarezza sugli accadimenti triestini: docente di Storia contemporanea alla facoltà di Scienze politiche di Trieste, si occupa di storia della politica estera italiana, del confine orientale, delle occupazioni italiane dei Balcani e degli spostamenti forzati delle popolazioni in Europa nel ‘900.

• MIEI SETTE FIGLI
Alcide Cervi, Einaudi 2010, 11,00 euro
Un centinaio di pagine raccolgono le memorie di un padre, che ha visto morire i suoi sette figli davanti ad un plotone di esecuzione nel dicembre del 1943.
Le pubblicazioni relative alla famiglia Cervi e all’evento tragico sono numerose: quella del padre Alcide, si aggiunge ai tanti scritti locali e agli altrettanti saggi che si sono susseguiti nel corso degli anni. Ma aggiunge l’emozione di un racconto fatto in prima persona, da un testimone, da un padre, che ripercorre la vita familiare, contadina e partigiana e con la lucidità e la saggezza di un uomo anziano guarda ancora al futuro.
Io vorrei farvi sentire che cos’è la avere ottanta anni, aspettarsi la morte da un momento all’altro, e pensare che forse tanto sacrificio non è valso a niente, se ancora odio viene acceso tra gli italiani.
Che il cielo si schiarisca, che sull’Italia torni la pace e la concordia, che i nostri morti ispirino i vivi, che il loro sacrificio scavi profondo nel cuore della terra e degli uomini.
Allora sì, mi sarò guadagnato la mia morte, e potrò dire alla madre dolce e affettuosa, alla sposa mia adorata: la terra non è più come quando tu c’eri, sulla terra si può vivere, e non solo morire di crepacuore. E ai figli, dirò: l’Italia vostra è salva, riposate in pace, figli miei. Questa la conclusione del vecchio Alcide.
L’introduzione di Luciano Casali contestualizza l’opera e racconta le vicende legate alla nascita del libro, stampato per la prima volta nel 1955 in migliaia di copie, ristampato nel 1971 ed ora nel 2010 in una nuova veste.


• GLI ALLEATI E LA RESISTENZA ITALIANA
Tommaso Piffer, Il Mulino 2010, 28,00 euro
Ordinario di Storia politica dell’età contemporanea all’Università di Bologna, Piffer ha al suo attivo numerosi contributi sulla Resistenza italiana.
I contatti con i movimenti partigiani europei, l’organizzarli o contribuire alla loro organizzazione anche dal punto di vista economico, il coordinamento delle azioni contro le forze naziste hanno contraddistinto l’operato degli alleati nel corso della seconda guerra mondiale in tutta Europa. Nel volume appena arrivato in libreria, Piffer ricostruisce la politica che gli Alleati adottarono nei confronti della Resistenza italiana e l’attività degli agenti segreti inviati dietro le linee nemiche per stabilire i collegamenti con le formazioni partigiane. Importante l’attenzione sulle difficoltà di coordinamento, sugli aspetti controversi e sulla competizione che si stabilì all’interno degli Alleati fra le diverse “fazioni” nazionali: prima un panorama europeo, che spazia dall’Unione Sovietica al Mediterraneo, poi il panorama italiano. Ogni caso è a sé e l’Italia non smentisce quanto accaduto altrove: problemi tecnici, l’invio delle prime missioni, il coordinamento, i partigiani e il partito comunista, le varie fasi della liberazione, i tentativi di smobilizzazione. Problemi che nella realtà italiana sono più evidenti che altrove.
Una ricca bibliografia conclude il volume, rimandando a documenti e pubblicazioni italiane e straniere.

• RACCONTI DELLA RESISTENZA
Autori vari, Einaudi 2006, 12,50 euro
Un’antologia di racconti di scrittori-partigiani, i cui scritti sulla Resistenza si collocano a partire dal 1946 (Calvino, Caproni, Fortini i più vecchi), ma si concentrano soprattutto tra gli anni ’50 e la prima metà degli anni ’60 (Fenoglio, Pavese, Zanzotto, Venturi, Pratolini). Un arco cronologico di quasi cinquant’anni: qualcuno scrive a caldo, immediatamente dopo la fine della guerra, quando la memoria è ancora viva e forse si pone la necessità di scegliere quali ricordi trascrivere, quali meritano di essere raccontati; qualcuno li lascia invece decantare e nella massa indistinta iniziale, permette solo ad alcuni di emergere a distanza di tempo, di rimanere impressi, di diventare memoria, prima memoria personale, poi memoria collettiva.
Il nord della penisola, dalla Liguria al Veneto, poi l’Emilia Romagna, la Toscana, Roma.
Racconti nati come tali, oppure per essere pubblicati sui giornali: troviamo la pedagogia di Meneghello, il fiabesco di Calvino, il romanticismo rivoluzionario di Vittorini, l’epica di Fenoglio. L’esperienza comune della lotta antifascista non permette di riportare i diversi autori ad un’unica formula: ognuno propone una resistenza diversa. Sempre Italia è, ma uomini e realtà cambiano di regione in regione, e di volta in volta anche il narrare è diverso.
Gabriele Pedullà è curatore dell’antologia e nella corposa introduzione descrive i criteri di scelta per la realizzazione di questo pregevole volume edito per la prima volta da Einaudi nel 2005.

• LE RONDINI DI MONTECASSINO
Helena Janeczek, Guanda 2010, 18,00 euro
Mantecassino gennaio – maggio 1944, area di 20 km quadrati sulla linea Gustav, quella linea fortificata con cui i tedeschi in ritirata avevano tagliato in due l’Italia dal Tirreno all’Adriatico per frenare gli Alleati.
Quattro battaglie, durissime che radono al suolo l’abbazia e fanno decine di migliaia di morti: morti che stanno a cuore alla Janeczek, nata in Germania da una famiglia ebreo polacca, sopravvissuta grazie ad un falso nome alle epurazioni della seconda guerra mondiale. Morti sepolti ai piedi di quello che fu il primo monastero benedettino dell’Occidente. Morti polacchi, come i suoi avi, ma ci sono anche indiani, nepalesi, magrebini, neozelandesi, tutti sotto il nome di angloamericani, tutti morti come carne da macello. E ci sono italiani, civili, che il fuoco incrociato di tedeschi e alleati non ha risparmiato e che, se a questo sono sopravvissuti, sono poi caduti sotto la violenza di quei soldati cui era stato garantito un premio vincitori.
Accadimenti a persone, che se anche non hanno fatto parte della nostra vita, hanno fatto parte della nostra storia ed ora della nostra memoria.
La Janeczek raccoglie informazioni, studia, scava nel vissuto personale, scioglie gli avvenimenti storici in una dolorosa narrazione. Sembra di essere di fronte a chi ha vissuto quella tragedia, sembra ci racconti a viva voce la propria storia, il proprio vissuto.
Racconto vero e invenzione narrativa senza confini, reale e plausibile, vero e immaginato.

sabato 24 aprile 2010

PABLO NERUDA EN EL DIA INTERNACIONAL DEL LIBRO


Ricevuto da Carmen, una cara amica galiziana e da Antonio di Gran Canaria. Mi sembra un abbraccio talmente bello, da essere condiviso: godiamocelo insieme.

sabato 17 aprile 2010

FALCE E MARTELLO



Area sovietica: territorio vastissimo, molto eterogeneo dal punto di vista etnico e culturale. Unico fattore comune il comunismo, elemento che identifica le proposte dell’incursione letteraria di oggi


• STORIA DELLA LETTERATURA RUSSA
Guido Carpi, Carocci 2010, 48.00 euro
Un volume è consistente in tutti i sensi: più di 700 pagine (comprese bibliografia e indici) per raccontare la storia letteraria della Russia dalla seconda metà del ‘600 ai primi anni del ‘900, da Pietro il Grande alla Rivoluzione d’Ottobre. Una delle civiltà letterarie più grande di tutti i tempi ricostruita in un’opera organica, un’opera destinata non solo a chi già conosce la letteratura russa attraverso i suoi più grandi autori, ma anche ai neofiti, che riescono così ad avere un quadro storico completo.
Si parla di letteratura russa moderna, di quella letteratura che si struttura in un sistema culturale integrato, fondato su una lingua letteraria unitaria, organizzato secondo le norme di retorica e stile (senza rinnegare il precedente, tutto lo scritto che, non rispondendo a questi requisiti, ha comunque costituito la base necessaria per il fiorire della letteratura moderna, quella che dagli anni Trenta del XVIII secolo arriva al ‘900). Il criterio fondamentale è il sistematico confronto fra panorama letterario e panorama storico, nell’intento di contestualizzare le opere di espressione intellettuale nel tessuto degli eventi storici.
Dalle origini, descritte nel prologo, agli autori meno noti del ‘700, poi ai grandi dell’’800 e ai minori dell’‘800, ai realisti e neorealisti, ai moderni, alle avanguardie.
Un volume prezioso, che Guido Carpi, docente di Letteratura russa all’Università di Pisa, offre come un manuale di consultazione e di studio o più semplicemente come uno scrigno dal quale estrarre spunti per dedicarsi alla lettura dei tesori della narrativa e della poesia russa.


• LO STRANO PAESE DELLA FALCE E MARTELLO
Jawaharlal Nehru, Guida 2010, traduzione di Maurizio Griffo, 10,00 euro
L’autore è un indiano, quel Nehru che fu il primo Primo ministro nella storia dell’india indipendente, quel Nehru che dopo aver studiato a Cambridge in Gran Bretagna torna in India e lotta per l’indipendenza del suo paese, quel Nehru che lo stesso Gandhi aveva indicato come suo successore, quel Nehru che ha generato Indira Gandhi (a sua volta primo ministro dell’India), quel Nehru che ha sempre professato la pace con i musulmani e si è speso per programmi pluriennali per risollevare economicamente il suo paese, per dargli sicurezza e stabilità.
Cominciare a raccontare la Russia con un autore indiano può stupire. Cosa c’entra Nehru con l’URSS, il paese della falce e martello? Nel 1928 questo giovane, brillante intellettuale indiano fa un viaggio in URSS: sono circa dieci anni che quel paese sta provando la formula della società dell’utopia dove tutti sono uguali e che Nehru, ispirato da idee socialiste, vuole studiare per adattarle al suo paese. Ma accanto e frammisto all’entusiasmo per il grandioso progetto di emancipazione umana, avendo studiato in Inghilterra, Nehru pone anche il liberismo inglese e quindi le sue impressioni sono mutevoli e contrastanti. Un’esperienza di viaggio straordinaria, allora come oggi.


• STORIA DEL COMUNISMO
Luigi Cortesi, Manifestolibri 2010, 65.00 euro
Una ricostruzione storica, che ricostruisce la mappa dell’ “assalto al cielo” dalle più antiche utopie all’esperienza bolscevica e alla sua crisi: questo il fine del volume di Cortesi, per far luce sui problemi complessi del comunismo, per riproporre una riflessione in un momento storico in cui la discussione sulla sua morte si scontra con l’avanzata del capitalismo e della complessità problematiche anche ad esso connesse.
La constatazione che non si possa ridurre il comunismo alla sola Unione Sovietica e al suo sistema geopolitico, che non si possa concentrarlo cronologicamente al secolo breve è la base del ragionamento. Si allargano quindi i limiti geografici e temporali. Che il comunismo sia l’ombra del capitalismo, l’alternativa, il conflitto sociale, il movimento generato dalla diseguaglianza tra classi e gruppi umani è l’altro argomento di confronto: la sua storia non può lasciare nessuno indifferente, perché nessuno in questi termini ne è rimasto/rimane fuori.


• ALCUNE MIE VITE
Varlam Salamov, Mondadori 2009, a cura di Bigazzi, Rapetti, Sirotinskaja, 25,00 euro
La vita di Salamov è nota ai più: scrittore e poeta russo, arrestato una prima volta nel 1929 e condannato a tre anni di lavori forzati, arrestato nuovamente nel 1937 come controrivoluzionario viene mandato in Siberia, in un Gulag dove resiste vent’anni. La memoria di questi vent’anni è scritta nei Racconti della Kolyma, completati nel 1973, pubblicati a Londra e solo nel 1987, postumi (Salamov muore nel 1982) in Russia.
Alcune mie vite, da poco pubblicato da Mondadori, raccoglie degli inediti: documenti soprattutto, per la prima volta possiamo leggere i verbali dei tre processi (1929, 1937, 1943), i rapporti informativi legati alla vicenda, rilasciati alla polizia politica da spie e delatori, i racconti dello stesso Salamov a testimonianza dell’accaduto.
Uno spaccato non solo delle sue vicende personali, ma della realtà quotidiana dell’URSS. Il racconto L’assalto al cielo, per esempio, in pochissime pagine descrive il ruolo dell’università, la necessità post rivoluzione di trovare quadri dirigenti, la costituzione dello stato… Questioni ancora oggi interessanti, non solo per il blocco sovietico o quel che di esso resta.


• SIBERIA
Nikolai Maslov, Alet 2007, traduzione dal francese di Stefano Andrea Cresti, 15,00 euro
Siberia ha una storia importante alle spalle: è Emmanuel Carrère (scrittore francese pubblicato in Italia da Einaudi) ha descriverne la genesi nella prefazione.
E’ in Russia, a Mosca nel 2000, per girare un documentario. Incontra un intellettuale francese, Emmanuel Durand che ha sposato una russa e vive a Mosca da tempo, dove ha fondato una libreria/casa editrice, la Pangloss, e che ha creato attorno a sé un folto gruppo di intellettuali, che frequentano la sua casa e la sua libreria (prima clandestinamente, poi dagli anni ’90 liberamente). Durand, durante una cena, racconta a Carrere l’incontro con Maslov, l’autore di Siberia, avvenuto quattro anni prima, quando quest’uomo timido e dimesso gli si presenta mostrandogli delle tavole illustrate. A Durand piacciono ed è disposto a sovvenzionare Maslov: 200 dollari al mese per tre anni (lo stipendio che percepiva allora Maslov per il suo lavoro di guardiano notturno in un magazzino). Maslov si mette al lavoro, disegna e racconta la sua storia. A partire dal 1971, dal servizio militare, dalle bevute di vodka che stordiscono e fanno dimenticare la durezza delle giornate siberiane, a brevi scorci di vita familiare, alla propaganda che denigrava tutto ciò che aveva parvenza di occidentale.
Maslov non ha una una scuola alle spalle (a parte un anno a dipingere nature morte), non ha studiato tecniche di disegno, né corsi di fumetto. Non ha nemmeno letto fumetti, ma i suoi disegni in b/n sono precisi, affascinati, le inquadrature originali, la capacità descrittiva esauriente.
Ancora una curiosità: quando Maslov presenta il suo lavoro a Durand, in Russia i fumetti sono rari (nel 2000 la Pangloss aveva appena pubblicato la prima traduzione russa di Asterix) e sono pochissimi i disegnatori, per lo più molto giovani e che si cimentano nei manga. Maslov aveva 45 anni, una famiglia da mantenere, un grande talento, che Durand ha avuto la lungimiranza di intuire.


• CADUTA LIBERA
Nicolai Lilin, Einaudi 2010, 21,00 euro
Lilin è originario della Transnistria, regione fino al 1990 parte dell’URSS, poi diventata parte della Repubblica di Moldavia, de facto stato indipendente, non riconosciuto ufficialmente. Lilin scrive in italiano.
L’esordio è stato l’anno scorso, con Einaudi, e la sua Educazione siberiana, un libro, che a me è piaciuto molto (per quanto violento) e che ritengo interessante soprattutto per la memoria culturale che racchiude: Lilin infatti ha raccontato la storia della sua gente, del suo popolo che dalla Siberia è stato trasferito forzatamente al sud per quell’idea del divide et impera che l’URSS aveva fatto sua. Lilin nel momento in cui si rende conto, per quanto molto giovane, che la cultura siberiana, il codice dell’associazione criminale che costituisce la società, si sta sgretolando e la morale criminale si sta corrompendo decide di abbandonare fisicamente la Transnistria e di dare forma scritta a tutto quello che ha assorbito dagli anziani della sua gente, decide che prima che scompaia anche la memoria dei sui antenati è suo dovere raccontarla. Educazione siberiana nasce da questo desiderio.
Caduta libera è il seguito, Lilin inizia il racconto là dove l’aveva interrotto. La sua vita di giovane, libero, criminale ma con un’etica, la vita in mezzo alla sua gente si interrompe con la chiamata dell’esercito sovietico. Il suo sguardo si sposta dalle attività della sua cittadina all’orizzonte ceceno, orizzonte senza orizzonte, dove Lilin è costretto a svolgere il servizio militare, dove il conflitto è uguale e peggiore di tutti i conflitti. Dove la guerra è sopravvivenza.

giovedì 15 aprile 2010

PAROLE D'AMORE E LIBERTA'

Une orange sul la table
Ta robe sur le tapis
Et toi dans mon lit
Doux présent du présent
fraicheur de la nuit
Chaleur de ma vie


Un'arancia sulla tavola
Il tuo vestito sul tappeto
E nel mio letto tu
Dolce presente del presente
Freschezza della notte
Calore della mia vita

(Alicante, da Parole, di Jacques Prévert, traduzione di Cucchi e Raboni, Guanda)

mercoledì 7 aprile 2010

ORIENTE ESTREMO



dopo il viaggio in India e dintorni, ci spostiamo ancora di più verso Est, attraverso le parole con gli occhi a mandorla: Giappone, Cina, Vietnam e Malesia i protagonisti di questo incontro letterario, che privilegia le donne nell’arte dello scrivere


GIAPPONE
• IL BUDDHA BIANCO
Hitonari Tsuji, traduzione di Francesco Bruno, Marco Tropea editore 2010, 17,50 euro
Giappone, estremità meridionale, isoletta di Ono, inizio del Novecento: da generazioni una famiglia si occupa della forgiatura delle spade. Anche l’ultimo discendente si dedica a quest’arte antica, che porta il lettore in un’atmosfera sospesa tra l’antico e la tradizione da un lato e Giappone che guarda verso il futuro sembra, tra il mondo rurale e lo sconvolgimento delle due guerre mondiali. Una saga familiare, per la quale Hitonari Tsuji prende spunto dalla storia della sua famiglia e dalla figura del nonno, con l’immagine del Buddha bianco che sorregge nei momenti bui della vita, quel Buddha bianco che il nonno ha raffigurato in una statua sull’isola di Ono.

• UN BEL GIORNO PER RIMANERE DA SOLA
Nanae Aoyama, traduzione di Marcella Mariotti, Salani 2010, 13,00 euro
Un romanzo breve, ambientato a Tokyo, dove si confrontano le esistenze di una giovane donna e di un’anziana amica di famiglia che le offre ospitalità. Rapporto generazionale e amore sono i temi della vicenda.
La scrittrice è giovane, ma ha già al suo attivo prestigiosi riconoscimenti di critica e pubblico (con Un bel giorno per rimanere da sola, pubblicato nel 2007 in Giappone, ha vinto il premio Akutagawa, in passato assegnato a Kenzaburo Oe e ad Haruki Murakami).
Scrittura puntuale e pulita, che alterna descrizioni e dialoghi, per porre sempre l’accento sulla psicologia del personaggi, in un continuo rovesciamento di sentimenti, in cui turbolenza e serenità sono inversamente proporzionali all’età anagrafica


• UN MATTINO OLTRE IL TEMPO
Yang Yi, traduzione di Gianluca Coci, Fazi 2010, 18.50 euro
Congiunzione tra Cina e Giappone, la scrittrice Yang Yi è nata in Cina, ma si è trasferita poco più che ventenne a Tokyo e del Giappone ha fatto la sua patria tanto che scrive in giapponese, e scrive talmente bene che vince nel 2008 con Un mattino oltre il tempo il Premio Akutagawa, per la prima volta conferito ad uno scrittore non di madrelingua.
Il romanzo è interamente ambientato in Cina, alla fine degli anni ’80 e racconta dell’amicizia di due adolescenti, del loro ingresso brusco e violento nel mondo adulto, sullo sfondo le manifestazioni e i sit-in di Pechino, piazza Tian’an men, l’illusione di una rivoluzione pacifica, soffocata nel sangue. Individui e collettività, vita quotidiana e politica, studenti e lavoratori.
Postfazione di Dacia Maraini e ricco glossario completano l’opera.


CINA
• CON IL BRACCIO PIEGATO A FAR DA CUSCINO
Bai Yuchan, cura di Alfredo Cadonna, Einaudi 2010, euro 15,50
Raccolta poetica di 88 quartine del grande maestro taoista Bai Yuchan: siamo fra il XII e il XII secolo, fra i monti del Wuyi, nella parte nord-occidentale dell’odierno Fujian, dove scorre il fiume dalle nove anse. Questa piccola descrizione è importante per contestualizzare l’opera di Yuchan, poeta, calligrafo e maestro itinerante, che attraverso le descrizioni del paesaggio ne fornisce motivi di interiorizzazione: al lettore offre non solo la descrizione della natura fine a se stessa (tema ricorrente nella poesia cinese), ma il compito ben più profondo di coglierne il significato più nascosto.
Le 88 quartine proposte da Cadonna provengono dall’Opera omnia pubblicata in Cina nel 1980: circa 1400 pagine di scritti vari, trattati, discorsi e liriche, che occupano poco meno della metà dell’opera.

VIETNAM
• LA SORGENTE DEGLI AMANTI
Duong Thu Huong, traduzione dall’inglese di Serena Lauzi, Garzanti 2010, 19,60 euro
Una storia d’amore, ambientata in un piccolo villaggio fra i monti della Asia orientale. Una storia appassionante come un viaggio.
Interessante l’autrice, per le sue esperienze di vita e le sue scelte ribelli: si impegna politicamente (brigata della gioventù comunista) durante la guerra del Vietnam, si sposa contro la sua volontà e prova a chiedere in divorzio (che le viene negato), lavora come sceneggiatrice e scrittrice, ma i suoi testi si scontrano continuamente con la censura, tanto che le viene ritirato il passaporto e proibito quindi di espatriare, passa 7/8 mesi in carcere, nonostante abbia chiesto l’esilio in Francia vive tutt’ora in Vietnam sotto sorveglianza, le sue opere non vengono pubblicate nel suo paese, ma i suoi manoscritti riescono a superare i confini del paese e ad essere pubblicati all’estero per poi arrivare clandestinamente in Vietnam (nel 2005, a testimonianza del fatto che i suoi scritti meritano riconoscimento per l’impegno sociale a favore della libertà di espressione, vince il Grinzane Cavour).
Ad oggi in italiano, quattro romanzi, tutti editi per Garzanti.

MALESIA
• TUTTO IL GIORNO E’ SERA
Preeta Samarasan, traduzione di Anna nadotti e Federica Oddera, Einaudi 2010, 21,00 euro
Grande saga familiare in terra malese, una casa che è stata testimone di tante storie nel corso del tempo e gli occhi di una bambina che sembra l’unica a domandarsi il perché degli avvenimenti, mentre tutto scorre in una apparenta indifferenza. Una trama gialla, che si confonde in uno sguardo innocente, personaggi che si sovrappongono, ma ognuno con un ruolo perfetto allì’interno dello schema narrativo. Le parole come i punti ricamati su una tela e attorno l’immaginario dei paradisi esotici.

venerdì 2 aprile 2010

CON IL BRACCIO PIEGATO A FAR DA CUSCINO

La primavera arriva, la primavera se ne va;
non m'intendo di stagioni.
Qui c'è solo un poeta
che si guarda attorno con occhio distaccato.
La pioggia notturna ha dato una bella ripulita,
a tutto vantaggio del paesaggio montano;
la brezza del mattino lusinga i rami,
quelli con i fiori ormai non più giovani.

( da Con il braccio piegato a far da ciscino, di Bai Yuchan, traduzione di Alfredo Cadonna, Einaudi 2010)