mercoledì 24 febbraio 2010

VIAGGIO IN SUDAMERICA

Viaggio in sudamerica, nel sudamerica che scrive in spagnolo: una scelta di autori del ‘900.
Il Cile di Roberto Ampuero e Pedro Lemebel
L’Argentina di Ernesto Sabato e Julio Cortazar
La Colombia di Alvaro Mutis

• IL CASO NERUDA
Roberto Ampuero, Garzanti 2010, traduzione di Stefania Cherchi, 18,60 euro
Ampuero nasce nel 1953 in Cile da una famiglia del ceto medio e di destra, frequenta le scuole superiori in un collegio tedesco di Valparaiso e si trasferisce a Santiago per gli studi universitari nel 1972. Entra nella Gioventù Comunista Cilena, studia antropologia e letteratura: nel ’73 quando la situazione politica precipita, parte dal Cile, si trasferisce a Cuba (dove resta fino al 1979) e poi nel 1983 nella Germania Orientale per l’interessamento del Consolato della DDR. Si guadagna da vivere come giornalista, traduttore, docente universitario… fino al 1993 quando rientra in Cile e pubblica il suo primo romanzo Chi ha ucciso Cristian Kustermann?: un romanzo poliziesco il cui protagonista Cayetano Brulè (Brulé è il secondo cognome di suo padre) sarà protagonista di altri polizieschi Bolero all’Avana (1994), Il tedesco di Atacama (1996), Appuntamento al Blu profondo (2004) e Il caso Neruda (2008, appena pubblicato in italiano):
La breve nota biografica è importante per tutti gli scrittori, e per gli artisti in generale: Ampuero conferma la regola. Nei suoi romanzi si ritrovano le sue esperienze di vita (Cuba, il governo di Allende e la dittatura di Pinochet, la Germania), il suo amore per il Cile e soprattutto per Valparaiso, che rivive sempre nella sua meravigliosa decadenza, le conoscenze letterarie: l’ultimo caso del detective Brulè, Il caso Neruda, attraversa Cuba, gli Stati Uniti, il Messico, racconta la vita politica dalla fine di Allende ai giorni nostri, parla del grande poeta e dei suoi amori, il tutto in un piacevole giallo.
Il passato politico del Cile è un passato troppo recente e troppo pesante per lasciare indifferenti gli scrittori: il ritorno agli anni bui della dittatura è una necessità con la quale fare i conti: Ampuero lo fa in forma non violenta, inserendo l’aspetto storico nel romanzo poliziesco.

• HO PAURA TORERO
Pedro Lemebel, Marcos y Marcos 2004, traduzione di Cortaldo e Mainolfi, 10,00 euro
Siamo sempre in Cile, sempre negli stessi anni di Ampuero (Lemebel nasce a Santiago nel 1955), cambiano le esperienze di vita e cambiano le storie, le storie raccontate dai due autori, non la storia che rimane a far da sfondo ai romanzi, che purtroppo non cambia.
Lemebel non lascia il Cile negli anni di Pinochet, li vive tutti sulla sua pelle da maricon e da letterato e li descrive con uno stile originalissimo che incanta per l’innovazione e la musicalità. In Ho paura torero descrive l’amore di un travestito con una delicatezza rara, racconta le giornate del Dittatore e della moglie con un’ironia meravigliosa. Un romanzo piacevolissimo, del quale molti elementi sono ripresi nella raccolta di racconti uscita nel 2008, sempre per i tipi di Marcos y Marcos. La storia di questa antologia dal titolo Baciami ancora, forestiero è curiosa: i due editori, in viaggio in Cile, entrano in una libreria di Santiago, la cui vetrina proponeva anche i libri di Lemebel, e raccontano al libraio di essere gli editori italiani di Lemebel. Il libraio è il libraio di Lemebel, lo chiama per telefono e combina l’incontro: da qui nasce il viaggio dei due editori in Cile sulle tracce delle indicazioni di Lemebel e inizia la scelta dei racconti da tradurre e pubblicare. Alcuni più visionari, alcuni più politici, alcuni d’amore: la magia di Lemebel ritorna, soprattutto nella raccolta Tappeto volante sul campo dell’orrore, che mostra un Lemebel oppositore creativo e tenace del regime, testimone disincantato di un cambiamento epocale, narratore fantasioso e originale.

• SOPRA EROI E TOMBE
Ernesto Sabato, Einaudi 2009, traduzione di Jaime Riera Rehen, 26,00 euro
Parlare di Sabato è impegnativo: è uno dei maggiori esponenti del mondo culturale del XX secolo, non solo per l’Argentina.
Nato nel 1911 nella provincia di Buenos Aires, approda all’Università de La Plata nel 1929 iscrivendosi alla facoltà di Scienze matematiche e si appassiona alla politica, impegnandosi nel movimento per la riforma universitaria ed entrando nella Federazione giovanile comunista, pur mantenendo uno sguardo critico sul comunismo stalinista. Viaggia per lavoro, in qualità di fisico esperto in meccanica quantistica, in Francia, negli Stati Uniti rientrando periodicamente in Argentina. Nel 1939 ha inizio la sua crisi esistenziale, che lo porta dapprima ad abbandonare gli ambienti accademici, a ritirarsi dal mondo per vivere dell’essenziale e finalmente a dedicarsi alle sue passioni, la scrittura e la pittura.
Articoli e traduzioni sono i suoi primi lavori, poi la narrativa: Sopra eroi e tombe è pubblicato nel 1961 ed è considerato uno dei migliori romanzi argentini del XX secolo. La vicenda narrata, in poco meno di 600 pagine, è quella di una famiglia borghese in decadenza, materiale e psicologica, in cui i personaggi sono sia cellule singole che parti di una struttura: affascina la psicologia dei personaggi, nel loro continuo passaggio da sentimenti estremi e contraddittori. Non mancano ovviamente i riferimenti storici, la critica al perdonismo, l’accenno agli eroi dell’Indipendenza.Quella proposta da Einaudi è la prima traduzione integrale (la precedente uscì per Feltrinelli nel 1965).
Sabato merita un posto fra i grandi della letteratura argentina, accanto a Borges e Bioy Casares.

• BESTIARIO
Julio Cortàzar, Einaudi 1974, traduzioni di Nicoletti rossigni e Martinetto, 10,00 euro
Con Cortazar inizio dalla fine, dalla fine della sua vita (mentre Sabato è ancora in vita, Cortazar è morto nel 1984) e quindi da Parigi, da cimitero di Montparnasse dove la sua tomba, quasi al pari di quella di Simone de Beauvoir è meta di pellegrinaggio, segno evidente della fama raggiunta dallo scrittore argentino nel mondo.
Il legame con l’Europa è forte: la sua famiglia era in Svizzera e poi in Spagna allo scoppio della prima guerra mondiale (Cortazar nasce a Bruxelles). Dopo la guerra rientra in Argentina dove completa gli studi universitari e inizia a lavorare come traduttore e giornalista: uno dei suoi primi racconti raccolti nel Bestiario, Casa occupata, viene apprezzato e pubblicato da Borges: è il 1947. Inizia la sua carriera di scrittore e la sua amicizia con Borges.
Impegnato nelle cause civili, estimatore del Che Guevara e di Allende, devolveva gli introiti dei diritti sulla pubblicazione dei suoi libri alle cause per la difesa dei prigionieri politici, non solo in Argentina, ma in tutto il Sudamerica.
Bestiario è un’antologia di racconti, che danno un saggio della variegata scrittura di Cortazar, che non si può ascrivere a nessun modello, che sfugge a definizioni temporali, che propone personaggi di rara profondità

• L’ULTIMO SCALO DEL TRAMP STREAMER
Alvaro Mutis, Adelphi 1991, traduzione di Gabriella Bonetta, 8,00 euro
Dopo l’infanzia in Europa (il padre era diplomatico a Bruxelles), Mutis rientra in Colombia, a Bogotà, alla morte improvvisa del padre: finita l’università si dedica al giornalismo e quindi alla scrittura, pubblicando poesie e romanzi: il successo internazionale arriva negli anni ’80 con le edizioni de La neve dell’ammiraglio, Ilona arriva con la pioggia,e L’ultimo scalo del Tramp Streamer, in cui l’amore e l’amore per il mare diventa l’elemento fondamentale della narrazione, sentimento romantico e decadente che trascina l’immaginazione in sogni quasi realizzabili.

venerdì 19 febbraio 2010

STAMPARE AD ARTE



Un libro si guarda, si sfoglia, si legge dall’inizio. È la copertina che ci seduce, è il frontespizio ad annunciarci il testo che contiene, ad introdurci come una soglia – una delle tante soglie, per dirla con Genette – all’interno dell’opera che attende il suo lettore.
Il nostro dialogo con il libro, però, può cominciare anche dalla fine, dal colophon –
che, non a caso, in greco significa “cima”, “vertice” – perché, in quelle poche righe, poste sull’ultima pagina, è racchiusa la chiave per intendere come quel libro è stato concepito, qual è la segreta architettura della sua forma, quali gli elementi paratestuali che agiscono in modo discreto, quasi subliminale, sulla nostra percezione, quali la filosofia, l’idea, le scelte, che hanno informato la sua realizzazione. E non bisogna dimenticare che, storicamente, quello è il luogo dell’autocelebrazione del tipografo, dello stampatore che, uscendo dall’anonimato, rivendica l’insostituibilità del suo ruolo, la qualità del suo operato, la sua perizia. A saperlo leggere, un colophon è quasi una dichiarazione di poetica.
È nel colophon, infatti, che si rivelano i dati oggettuali – il tipo di carattere, la carta, le modalità di stampa, la legatura, la presenza di illustrazioni, la tiratura – ovvero tutte le componenti che possono riscattare il libro dalla banalità seriale, dal suo status di semplice veicolo di parole, trasformandolo in un oggetto estetico in sé, proiettandolo in una sfera di contemplazione visiva, oltre che concettuale.
Allora, è nella veste del libro – ed è bene tenere a mente il significato primario del termine che così bene si piega ad esprimere l’idea di coprire, avvolgere,ma anche ornare – che si misura lo scarto tra un prodotto dell’editoria di massa e un fine book, un libro di pregio, un libro in cui l’aspetto formale, il contenitore, ha lo stesso peso del suo contenuto. E naturalmente dovremmo chiederci quanto quella forma, costituita da molteplici elementi – non soltanto materiali – non sia anche sostanza, coerente scelta di stile. Di certo, l’aspetto fisico del libro, nella sua totalità, contribuisce (sempre) a creare un orizzonte di attese intorno al testo, di cui esalta e illumina tutte le potenzialità.
Non deve ingannare, del resto, l’apparente universalità della parola “libro” che, fingendo una concreta aderenza alla cosa rappresentata, suggerisce una familiarità di
esperienze, un significato certo, univoco, condiviso da tutti. Al contrario, i libri
appartengono a categorie e tipologie diversificate, abitano mondi spesso molto lontani tra loro e offrono molteplici punti di osservazione a seconda delle nostre passioni.
Siamo, prima di tutto, lettori, diversi per qualità e quantità delle letture, tempi e
modi del leggere, raffinatezza degli interessi, sottigliezza delle interpretazioni, gusto per la scrittura, o personalità individuale, ma sempre lettori. Siamo studiosi, bibliofili, collezionisti, amanti dell’arte o della tipografia,ma ci interessiamo sempre e solo di libri: la terminologia non segue il mutare dei nostri interessi. È sempre necessario, quindi, delimitare ambiti, aggiungere specificazioni, cercare linee di confine, per quanto incerte e riduttive, per cercare di definire l’oggetto del nostro parlare all’interno delle molteplici categorie di libri possibili.
In tal senso, il lavoro di Alessandro Zanella tipografo, stampatore, editore di libri a tiratura limitata, non risponde a un paradigma facilmente riconoscibile, non si può ridurre a una tipologia libraria precisa, né si può ridurre a un corpus unitario e omogeneo.
I suoi libri, noti agli intenditori per la qualità impeccabile della stampa e il
raffinato equilibrio delle scelte formali, non sono costruiti seguendo dei percorsi
obbligati, ingabbiando il testo in uno schema formale riconoscibile quanto definitivo, ma sono modulati secondo modalità e ritmi variabili, sempre, però, in un rapporto di assoluta sintonia con il testo che devono accogliere. Ogni libro costituisce una diversa avventura,ma il segno di Zanella, il suo inconfondibile marchio, si ritrova costante nella capacità di coniugare un sapere antico – l’arte della composizione e della stampa tipografica, coltivata con assoluta dedizione – con ardite, quanto ponderate, sperimentazioni...
(questo testo di Beatrice Peria è stato tratto dall'introduzione del catalogo stampato da Amperstand per la mostra alla Biblioteca Vallicelliana di Roma del novembre 2009; l'immagine è tratta dallo stesso catalogo: Ecce vedeo, otto poesie in italiano di Valerio Magrelli e una breve nota dello stampatore. Con otto incisioni
su linoleum di Lucio Passerini svolte su più pagine e due incisioni in copertina)

giovedì 18 febbraio 2010

RITSOS IN AMPERSAND


Persefone
Un lungo poema in neo greco di Ghiannis Ritsos, con la traduzione italiana a fronte di Nicola Crocetti. Accompagnato da due xilografie originali, motivi decorativi nel testo e due serigrafie a più colori di Joe Tilson in copertina.
Colophon: Questa edizione tipografica di Persefone composta con i caratteri Antigone e Lutetia presso la monotipia SchumacherGebler, è stata stampata da Alessandro Zanella con il torchio a mano Stanhope del 1854. Gli ottanta esemplari della tiratura sono contrassegnati con numeri arabi e firmati sul colophon dall’autore e dall’artista. La carta a tino, inumidita prima della stampa, proviene dalla cartiera Miliani di Fabriano. La serigrafia in copertina è stata eseguita presso la Stamperia
d’Arte Berardinelli. L’edizione è stata portata a compimento presso le Edizioni Ampersand in Verona, nella primavera 1990.
Nota: Questa è la prima edizione che reca la marca tipografica Ampersand. *Copyright © 1990 Edizioni Ampersand, Verona.

Persefone è la giovane e bella figlia di Zeus e di Demetra, che un giorno il re degli inferi, Ade, rapisce per farla sua sposa. La leggenda narra che la madre Demetra - dea della terra feconda, delle messi, della natura che si rigenera ogni anno - abbandona la sua identità per darsi alla ricerca della figlia e, mentre erra disperata, i frutti della terra muoiono e l'umanità intera rischia di estinguersi. Si giunge, fra gli dei, a un compromesso: Persefone dividerà il suo tempo tra la terra e l'oltretomba - principessa della primavera e regina dei morti. La dialettica tra vita e morte percorre la favola antica e Persefone è il filo sottile che collega due mondi inconciliabili.

« La poésie n’a jamais le dernier mot
Le premier, toujours »
(Yánnis Rítsos)

mercoledì 17 febbraio 2010

STAMPA E POESIA



Quattordici poesie di Maria Luisa Spaziani e una breve nota dello stampatore.
* Con sette immagini incise a rilievo su matrice sintetica diMarina Bindella svolte su più pagine e una incisione in copertina.
* [32] pagine stampate solo recto; [4·4]; privo di paginazione.
* 32,5 x 21 cm; 80 esemplari numerati a penna e firmati sul colophon dall’autrice e dall’artista.
*Ampersand, 2009.
Colophon: Alessandro Zanella ha ideato, disegnato e impresso al torchio questa edizione di ottanta esemplari numerati e firmati dalla poetessa e dall’artista sotto l’insegna dell’Ampersand. Santa Lucia ai Monti, 1 gennaio 2009.
Nota: Le liriche Sfilano i paladini e Con la mia voce sono inedite; le altre poesie sono apparse in precedenti raccolte pubblicate da Arnoldo Mondadori Editore.

Un vento più forte della memoria
mi porta favole del paradiso perduto.
Non ne sappiamo niente. Essi vivevano
beati e ignari anche dell'alfabeto.

Ma quel vento inventato pure spira,
fiato fresco sulle nostre ferite.
Paradisi passati, paradisi futuri:
la cerniera, impalpabile ragnatela.

(La luna è già alta, Maria luisa Spaziani, Mondadori 2006)

martedì 16 febbraio 2010

POEMI LIRICI



Sei liriche di Riccardo Bacchelli seguite da una nota al testo di Sandro Bortone.
* Accompagnato da diciotto xilografie e collages nel testo e una xilografia in piena copertina di Tommaso Cascella.
* 52 [2] pagine; [2·].
* 31 x 21 cm; 100 esemplari numerati a penna e firmati sul colophon dall’artista.
* Ampersand 2002.
Composizione dei testi con carattere digitale Rialto df di Giovanni de Faccio e del frontespizio e i titoli con carattere Kabel di Rudolf Koch nella versione digitale.
* Carta a tino Magnani velata avorio impressa con matrici di fotopolimero in torchio Vandercook da Alessandro Zanella in nero, grigio e rosso.
* Xilografie in nero e colore e collages eseguiti presso l’officina.
* Brossura cucita in carta Hahnemühle colorata amano in rosso e arancione con una xilografia e il titolo xilografico stampati in piena copertina; sguardie in carta del testo; sovracoperta rigida rivestita in carta blu scuro,marca tipografica sul primo quadrante e riccardo bacchelli poemi lirici sul dorso impressi a stampa in argento; astuccio quadro ricoperto in cartamarrone chiaro.
Colophon: Quest’undicesima “carta del cielo” che nella sua veste tipografica differisce dalle precedenti, prosegue la proposta di testi di autori del Novecento riprendendo sei sezioni dei Poemi lirici di Riccardo Bacchelli. La composizione delle poesie è stata eseguita con il carattere Rialto df e i titoli con Kabel che nel frontespizio è stato adattato e modificato per l’occasione. Di Tommaso Cascella
sono le xilografie e i collages che illustrano i testi e di Sandro Bortone è la nota che li segue. La tiratura,costituita da cento esemplari numerati e firmati dall’artista, è stata eseguita con il torchio a mano da Alessandro Zanella su carta a tino di Magnani, la stampa è stata ultimata in Santa Lucia ai Monti, Verona, nel settembre del duemiladue.
Nota: Poemi lirici si presenta come libro a sé solo nell’edizione originale pubblicata 1914 da Zanichelli. In questa edizione Ampersand sono state scelte sei sezioni, riproposte nella loro integrità.
* Questo undicesimo volume della collana “Le carte del cielo” è l’ultimo titolo della serie e differisce profondamente da quelli che lo precedono.

lunedì 15 febbraio 2010

ARTE DELLA STAMPA


Verona, crocevia tipografico di un’arte, quella della stampa, che dal Quattrocento all’arrivo, negli anni Venti del secolo scorso, di Giovanni Mardersteig, ha segnato anche la vita di Alessandro Zanella, cresciuto proprio a Valdonega, «sentendo – come ricorda lui stesso – girare le macchine» dello stampatore tedesco.
Poi, l’incontro con l’editore Richard-Gabriel Rummonds che gli chiede di seguirlo in America in un viaggio itinerante di studio e lavoro. Infine, il ritorno prima in città e quindi il trasloco nella cascina con torchio tra le colline di Valeggio sul Mincio, dove stampa libri eccellenti firmati Ampersand, all’insegna di un’e commerciale, trasfigurata in “sacro cuore”, educato e ardente.
Il 19 febbraio, alle 18, nella libreria paginadodici www.paginadodici.it in corte Sgarzerie, Alessandro Zanella insieme a Nicola Dal Falco presentano alcuni dei libri, realizzati durante i corsi di tipografia, aperti a chi nulla conosce di caratteri mobili, carte e inchiostri, e quattro degli ultimi titoli in catalogo.
«È proprio il lavoro di gruppo – commenta Zanella – preparato e guidato dal sottoscritto a rendere unica l’esperienza di stampa, uno sforzo, anche fisico, per dare forma e spessore alle idee, rendendole, se possibile, meno volatili».
Ma non si tratta solo di divulgare, lo scopo del buon stampatore è soprattutto quello di affidare all’occhio del lettore una pagina in cui la bellezza del carattare, della carta, della rilegatura siano pari al messaggio di chi scrive.

Due mostre
Mentre si è appena conclusa la mostra romana alla Biblioteca Vallicelliana, a cura di Marina Bindella, dove sono stati esposte le opere di Zanella, riunite nel catalogo generale Stampare ad Arte che ha il sapore e lo stile di un libro curatissimo, capace di evocare non solo a parole e immagini i sogni di un tipografo, è ancora in corso e durerà fino al 5 marzo la mostra alla Biblioteca Arturo Frinzi di Verona .
I libri esposti danno conto del lavoro svolto insieme agli studenti della Facolta di Lingue e Letterature dal 2003 al 2009. In tutto, 126 studenti per un totale di 21 corsi ed altrettanti progetti editoriali, con una tiratura da 24 a 30 copie.

Perché Ampersand?
&: questa è l’ampersand o e commerciale, simbolo per la congiunzione “e”, nata sullo scrittoio di Tirone, il segretario di Cicerone, abituato a stenografarne la prosa. Nasce dalla legatura delle due lettere et, ristrette in uno spazio comune come la vite attorno al palo che la sostiene.
Quella simbiosi assumerà, poi, una forma serpentina, sarà quasi un nodo prima di librarsi in spirale. Sembra che il nome ampersand sia la corruzione della frase and per se and con cui in Gran Bretagna (XIX secolo) si indicava l’ultima lettera dell’alfabeto: e di per sé e.
Tante evocazioni in un unico segno grafico non potevano che sedurre l’editore d’arte e corrispondere al carattere di Alessandro Zanella.
Collegare e rilegare, è, infatti, l’attività somma di chi spedisce in forma utile e bella i pensieri sul mondo al mondo intero.

Lo scaffale di paginadodici
Durante l’incontro in libreria del 19 febbraio, verranno presentati i libri nati durante i corsi di tipografia, tra questi:

• AA VV, Cronos Kairos, frammenti sul tema del tempo, ottobre 2000;
• Gaspare Gozzi, Libri autori & lettori, frammenti da “L’Osservatore veneto”, 1761, aprile 2004;
• Anton Francesco Doni, A coloro che non leggono, introduzione a La seconda libraria, 1551, febbraio 2005;
• Italo Calvino, In una rete di linee che s’allacciano, tratto da Se una notte d’inverno un viaggiatore, autunno 2005;
• Italo Calvino, Lo scrittore tormentato & lo scrittore produttivo, tratto da Se una notte d’inverno un viaggiatore, primavera 2006;
• Italo Calvino, Octavia Ersilia Baucis, tratto da Invisibile Cities, nella traduzione inglese di William Weaver, illustrazioni di Alessandro Zanella, agosto 2006;
• Italo Calvino, Su una sedia a sdraio, tratto da Se una notte d’inverno un viaggiatore, maggio 2007;
• Max Aub, Confessioni, tratto da Delitti esemplari, nella traduzione italiana di Lucrezia Pannunzio Cipriani, illustrazioni dei partecipanti al workshop, settembre 2007;
• Rainer Maria Rilke, Orpheus. Eurydike. Hermes, con la traduzione italiana di Giaime Pintor, illustrazione in copertina di Marina Bindella, settembre 2007;
• Primo Levi, Zoo poesie scelte, con la traduzione inglese di Ruth Feldman, maggio 2008;
• Franco Marcoaldi, Parola di cane, tratto da Animali in versi, illustrazioni dei partecipanti al workshop, agosto 2008;
• Dana Gioia, Homenage to Valerio Magrelli, sei poesie di Valerio Magrelli tradotte in inglese da Dana Gioia, luglio 2009;

e inoltre:
• Poemi lirici, sei liriche di Riccardo bacchelli e diciotto xilografie e collage di Tommaso Cascella, 2002;
• Ecce Video, otto poesie di Valerio Magrelli e otto incisioni su linoleum di Lucio Passerini, 2006;
• Poesie verticali, quattordici poesie di Maria Luisa Spaziani e sette immagini incise di Marina Bindella, 2009;
• L’ombra e la piega, due poesie di Nicola Dal Falco e una meridiana di Alessandro Zanella, 2009.

Nicola Dal Falco

venerdì 12 febbraio 2010

1951: NON SOLO IL GIOVANE HOLDEN



Con la morte di Jerome Salinger, autore appunto del Giovane Holden, è nato il desiderio di rileggere il suo capolavoro, ma anche di guardare a cosa succedesse nello stesso periodo in Europa dal punto di vista letterario. Se fossero stati pubblicate opere altrettanto degne di immortalità. Ebbene, limitando l’indagine allo stesso anno del Giovane Holden, al 1951, anche al di qua dell’oceano ci sono dei capolavori, soprattutto in Italia e in Francia

In Italia escono:
• QUADERNI DAL CARCERE di Antonio Gramsci
Einaudi 2007, 60,00 euro
La storia di Gramsci è nota. Giornalista dal 1910 (classe 1891), impegnato attivamente nel Partito comunista, parlamentare dal 1924 , Gramsci viene arrestato, in violazione dell’immunità parlamentare, l’8 ottobre del 1926 a Roma per attività in contrasto con la politica fascista.
Inizia a scrivere i Quaderni, non destinandoli alla pubblicazione, nel febbraio del 1929: scrive 2848 pagine di pensieri e riflessioni fino all’agosto del 1935, quando per gravi motivi di salute è costretto ad interrompere la stesura. E’ la cognata, la moglie del fratello, a raccogliere questi scritti, sottraendoli al controllo della polizia carceraria, e a fare in modo che giungano a Mosca nelle mani di Togliatti.
Senza tener conto della cronologia, i quaderni vengono numerati in 32 raccolte e solo dopo la guerra, nel 1951 appunto vengono pubblicati insieme alle Lettere dal carcere ai familiari: l’editore Einaudi, per la cura di Felice Platone (dirigente del partito comunista) li organizza per argomenti omogenei in 6 volumi:
- Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce, nel 1948
- Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura, nel 1949
- Il Risorgimento, nel 1949
- Note sul Machiavelli, sulla politica e sullo Stato moderno, nel 1949
- Letteratura e vita nazionale, nel 1950
- Passato e presente, nel 1951
Gramsci non vede l’uscita dei suoi quaderni: liberato in 21 aprile del 1937 muore 6 giorni più tardi per emorragia celebrale.

• IL CONFORMISTA di Alberto Moravia
Bompiani 1998/2002, 10,00 euro
La produzione letteraria di Moravia è ricchissima, è uno dei più importanti scrittori del XX secolo, pubblica più di 30 romanzi in cui i temi centrali sono l’aridità morale, l’ipocrisia, la sostanziale incapacità degli esseri umani di raggiungere la felicità
Salì alla ribalta nel 1929 con il romanzo Gli indifferenti, un’opera esistenzialista che racconta le vicende di una famiglia i cui componenti sono dei vinti, vinti in quanto incapaci di reazione, vinti dalla loro stessa apatia, vinti dalla loro bassezza e dalla loro mediocrità: Agli Indifferenti segue La ciociara nel 1943 (quest’opera contrariamente alla precedente non viene pubblicata a sue spese: ormai Moravia non è più alle prime armi, non ha più 22 anni, è uno scrittore di una certa fama), La romana nel 1947 e Il conformista nel 1951, un romanzo che si dipana dagli anni Venti all’epoca fascista: ancora una volta una famiglia e un’assenza di omogeneità nei legami sentimentali che legano i suoi tre componenti: il protagonista cresce nel desiderio di essere normale, e coltiva questo desiderio maniacalmente al punto da sgranarlo nelle sue diverse componenti e da generare comunque anormalità.
La carriera di Moravia prosegue con grandi riconoscimenti e grandi onori, divisa fra l’attività di giornalista, la passione per il cinema e il teatro, la scrittura e le grandi donne della sua vita, Elsa Morante prima, Dacia Maraini poi.
La sua scrittura è rinomata per lo stile semplice e austero, caratterizzato dall'uso di un vocabolario comune inserito in una costruzione ricercata.

• IL RAGAZZO MORTO E LE COMETE di Goffredo Parise
Adelphi 2006, euro 17,00
Il ragazzo morto e le comete nasce a Venezia, dove il giovane Parise (21 anni) si era da poco trasferito: le collaborazioni con i giornali (Alto Adige, L’Arena, Corriere della sera) avevano solo alimentato il suo desiderio di dedicarsi alla narrativa, quindi il ritiro letterario in Laguna e il primo romanzo, che viene proposto a Neri Pozza: l’editore propone alcuni cambiamenti, Parise li rifiuta, Neri Pozza forse colpito dalla determinazione del giovane scrittore decide di pubblicare comunque il romanzo in una tiratura di mille copie: non è un successo, ma segna l’inizio della sua carriera di narratore. Dil Parise si parla, e se ne parla negli ambienti che contano. Due anni dopo con l’uscita de La grande vacanza e il trasferimento a Milano, Parise si merita i riconoscimenti di Eugenio Montale e di Carlo Bo, inizia a lavorare per Garzanti, frequenta Leo Longanesi, Nico NAldini, Carlo Comisso, e poi Piovene, Gadda…
La sua scrittura non è paragonabile a nessuna: leggere un suo romanzo dà l’impressione di trovarsi di fronte ad uno scrigno dal quale escono meraviglie.

• AUT AUT di Enzo Paci
E’ una delle più prestigiose riviste internazionali di argomento filosofico, viene fondata appunto nel 1951 a Milano e cambiano vari editori e superando le indubbie difficoltà economiche è arrivata fino ad oggi, con scadenza trimestrale: l’ultimo numero (344) da poco in libreria, è dedicato a Judith Butler e a violenza e non-violenza.

In Francia escono:
• MEMORIE DI ADRIANO di Margherite Yourcenar
Einaudi 1963/2002, traduzione di Lidia Storoni Mazzolani, 12,50 euro
Anche qui siamo davanti ad un mostro sacro della letteratura mondiale.
La Yourcenar scrive giovanissima Il giardino delle chimere (il romanzo viene pubblicato a spese della sua famiglia nel 1924), poi l’Alexis (1929), La moneta del sogno (1934) e viaggia molto in Europa: Nel 1939, quando la situazione in Francia ed in Europa si sta deteriorando, forte della conoscenza con un’americana che diventerà la sua compagna, si trasferisce negli Stati Uniti: Continua a scrivere, in francese. Inizia un periodo difficile, con scarse soddisfazioni professionali e problemi economici. Alla fine della guerra molti degli intellettuali francesi e nonche aveva trovato rifugio in Americano tornano in patria: la Yourcenar decide di non tornare, di rimanere accanto alla sua compagna e di chiedere la cittadianza americana (ottenendola nel 1947). Pi un fatto singolare cambia la sua vita, e la nostra di lettori: all’inizio del 1949 arrivano dalla Francia tre bauli provenienti da Losanna, ultima residenza ufficiale della sua famiglia, o meglio di suo padre che lì era morto vent’anni prima. All’interno di questi bauli, ci sono dei fogli sparsi, delle lettere il cui incipit e “Mio caro Marco”: sono le bozze delle Memorie di Adriano, la cui idea iniziale era nata nel ’27 ed era stata abbandonata nel ’37. La Yourcenar decide di dedicarsi interamente alla stesura del libro: viene pubblicato in Francia nel dicembre del 1951 ed è un successo clamoroso, molto al di là delle sue stesse aspettative. Non è che una tappa della sua carriera di scrittrice, i suoi successi si moltiplicano e nel 1980 diventa, prima donna della storia, membro dell’Accademie française.
Le Memorie di Adriano (l’edizione Einaudi comprende anche i Taccuini di appunti) sono un vero capolavoro, dove accanto ad una attentissima ricostruzione storica c’è un uomo, un grand’uomo, il suo pensiero, la sua ricchezza intellettuale, le sue grandi intuizioni che lo rendono un uomo senza tempo.


• L’UOMO IN RIVOLTA di Albert Camus
Bompiani 1957/2008, traduzione di Liliana Magrini, 10,00 euro
Cinque anni di lavoro, dal 1945 al 1950, studi e documentazione, per raggiungere la stesura definitiva. L’uomo in rivolta viene pubblicato nel novembre del 1951 ed è subito polemica accesa: si sollevano gli esistenzialisti, i surrealisti, i comunisti e anche i cattolici. L’uomo in rivolta, che si interroga sulla violenza, propone un’analisi critica di alcune forme di spirito rivoluzionario e giunge alla conclusione che esistono dei limiti: l’uomo che si ribella deve saper prendere le misure della sua ribellione. Clamorosa è la reazione di Sartre: i due intellettuali si conoscono da quasi un decennio, si stimano reciprocamente, attraverso i rispettivi giornali si é instaurata fra loro anche una relazione professionale. La pubblicazione dell’uomo in rivolta incrina definitivamente il loro rapporto: Les temps modernes, di cui Sartre è direttore, pubblica un articolo firmato che si scaglia pesantemente contro Camus e contro la sua opera. Camus risponde con una lettera al direttore (Sartre appunto), insinuando che dietro la firma del giornalista che ha siglato l’articolo, si celi lo stesso Sartre. Quest’ultimo pubblica la lettera di Camus e la sua risposta sul giornale, chiedendo dove mai siano finiti i protagonisti dei suoi romanzi precedenti (Lo straniero e Il mito di Sisifo), dove siano finiti quei trotskisti che professavano la rivoluzione permanente. Assassinati? In esilio? Ingiunge a Camus di scendere dal piedestallo, di non chiamare in causa i gulag per urtare il pensiero della sinistra francese e conclude affermando che una dittatura violenta si è insinuata nei suoi pensieri, che si basa su una burocrazia astratta e pretende di far regnare la legge morale.
Camus sapeva che quello che aveva scritto era un libro polemico, che avrebbe suscitato reazioni, ma non ne immaginava l’entità. La pubblicazione diventa un “avvenimento”, francese in primo luogo ma non solo: L’uomo in rivolta spacca l’opinione pubblica, e soprattutto gli intellettuali francesi, coloro che si erano nutriti di esistenzialismo, di marxismo, di tradurre attivamente il pensiero in fatti, la letteratura in politica. Lo scontro avveniva tra due futuri premi Nobel, fra due intellettuali liberi che appartenevano dichiaratamente all’ala sinistra dello schieramento.
La vita de L’uomo in rivolta è strana: appena pubblicato il libro diventa come si è visto subito famoso, è sulla bocca di tutti; poi, l’anno dopo muore Stalin e come fosse un avvenimento politico anch’esso, il libro viene superato dagli avvenimenti e la sua fortuna sfuma. A sessant’anni di distanza assume un significato ancora diverso, più filosofico che politico, in cui la differenza fra rivoltoso e rivoluzionario è essenziale.

E questa panoramica è frutto di una scelta, comprende cioè solo alcuni dei titoli pubblicati nel 1951.
(La foto è uno scatto del 1951 di Henri Cartier-Bresson)

mercoledì 3 febbraio 2010

VIAGGIO NEL MEDITERRANEO

Con il nuovo sole, riprendo il giro del Mediterraneo in un viaggio di carta e parole scritte:

• INVITO AL VIAGGIO
A cura di Renata Discacciati, Archinto 2010, 12,00 euro
Un’antologia di racconti dedicati ai viaggi. Gli a autori sono i più diversi, famosi e meno famosi, uomini e donne (interessante e consistente la rappresentanza femminile), portano il lettore intono al Mediterraneo, nell’Oriente più remoto, ma anche in Giamaica. L’antologia è divisa per temi, sotto ogni voce vengono raccolti 2/3/4 brevi racconti:
la partenza
le prime impressioni
l’architettura
la natura
gli incontri
usi e costumi
l’abbigliamento
le avversità
l’euforia
il ritorno
già dai titoli dei capitoli si intuisce un’esposizione narrativa che segue lo svolgimento del viaggio. Nel leggere questo libretto, almeno per me, è stato come partire per un viaggio immaginario composto da tanti paesi, tanti facce, tante tradizioni che come per incanto riescono a convivere.

• VENEZIA DEGLI AMANTI. L’EPOPEA DELL’AMORE IN 11 CELEBRI STORIE VENEZIANE
Alessandro Marzo Magno, Troppa 2010, 16,00 euro.
Marzo Magno è giornalista e uno scrittore veneziano, che ormai da tempo indaga fra il Veneto e l’Istria per raccontare storie in cui memorie storiche ed itinerari di viaggio si fondono. Quest’ultimo libro, dedicato a Venezia, racconta i grandi amori del passato e dei tempi recenti che hanno avuto per teatro la città lagunare in cui le tradizioni europee si confondono con quelle mediterranee. Un chiaro esempio di appartenenza al Mediterraneo la relazione travolgente tra una giovane marrana e l’amante segreto alla corte di Costantinopoli che sembra gettare le basi della battaglia di Lepanto del 1571.
Non manca ovviamente Casanova, ma appaiono anche Ugo Foscolo, George Sande, Alfred de Musset, lord Byron, Eleonaro Duse , Hemingway in un viaggio affascinante tra calli e campielli. Quasi una guida per percorsi non consueti.

• DESERTO DELLA LIBIA (Libia)
Mario Tobino, Mondatori 2001, 7,80 euro
Pubblicato nel 1973, raccoglie una serie di racconti, testimonianza dell’esperienza dell’autore durante la Seconda Guerra Mondiale. Oltre al ritratto di una generazione di soldati mandati allo sbaraglio in una terra sconosciuta ed ostile, ci sono i paesaggi, gli incontri, le avventure e soprattutto il deserto che fa da protagonista fisico e metaforico della narrazione. Il fascino esotico del deserto e delle sue oasi avvolte di mistero si scontra con la durezza dell’esperienza militare.

• LE QUARANTA PORTE
Elif Shafak, Rizzoli 2009, traduzione di Maria Baiocchi e Anna Tagliavini, 19.50 euro.
Terzo libro della Shafak tradotto in italiano: il primo, La bastarda di Istanbul (Rizzoli 2007) portò la scrittrice turca al successo raccontando Istanbul e la Turchia multietnica, in cui l’incontro fra due donne, una americana di origine armena e una ragazza turca di una famiglia molto particolare stringono amicizia e danno la speranza che l’antica ferita fra i due popoli si possa risanare; il secondo libro, Il palazzo delle pulci racconta ancora Istanbul attraverso le parole di un professore e del palazzo in cui vive: una molteplicità di personaggi, descritti piano per piano appartamento per appartamento, completano il palazzo fatiscente di un’umanità stravagante e affascinante. Con Le quaranta porte la Shafik fa un salto nel passato. La protagonista lavora per un’agenzia letteraria e ha il compito di leggere manoscritti e di formulare un giudizio: così le capita di dover leggere Dolce eresia di uno sconosciuto autore che invia il manoscritto da Amsterdam. La sua vita cambia: improvvisamente Ella si trova catapultata nella Turchia del XIII secolo e nella poesia di Rumi, fra i dervisci e i versi d’amore del grande mistico persiano.

• MURALE
Mahmud Darwish, Epoche 2005, traduzione di Fawzi Al Delmi, 15.00 euro.
Darwish, palestinese nato in Galilea nel 1941, è considerato uno dei maggiori poeti di lingua araba. Si è impegnato attivamente a favore di uno Stato Palestinese, ricoprendo ruoli di rilievo sia in Palestina che all’estero come rappresentante del suo paese e come promotore di pace.
In italiano, nonostante la ricchezza della sua produzione poetica soprattutto ,ma anche narrativa, non sono molte le opere disponibili. Oltre alle poesie sparse, di cui si trova traduzione su internet, due sono le raccolte principali: Il letto della straniera, un poema che canta in versi l’amore fra un poeta e la sua amata, e Murale, dialogo privato ed intimo con la morte e il suo mistero, l’inevitabile deperimento e il desiderio di eternità.

• LA STORIA DEL MONDO ARABO
A cura di Ulrich Haarmann, traduzione di Francesco Leccese, Einaudi 2010, 110,00 euro.
Non un libro di lettura, né romanzo né saggio, ma libro di consultazione che vuole spiegare la complessità e la ricchezza del mondo arabo. Le conquiste che nel corso dei secoli VII e VIII hanno interessato il Mediterraneo e il vicino Oriente per spingersi fino all’Indo ed ai confini cinesi. Il dominio dei califfi che si è conservato nei secoli. La civiltà islamica, che pur essendosi sviluppata in una delle regioni più arretrate del mondo antico, compete ed è superiore a quella europea. Le grandi tensioni all’interno del mondo arabo che hanno portato a grandi migrazioni culturali dal centro del potere della Penisola arabica, al Medio Oriente, al Nord Africa, all’Asia. Le grandi sfide che il mondo arabo ha dovuto affrontare: l’invasione mongola che nel XIII secolo ha arginato l’avanzata dell’Islam e ne ha invaso i territori, e in secondo luogo in tempi moderni il contrasto con l’Occidente.
Un’opera importante (ed imponente nelle sue quasi 900 pagine) per comprendere il mondo arabo dal punto di vista storico, geografico e culturale. Il curatore Ulrich Haarmann (morto a 56 anni nel 1999) è stato uno dei più grandi studiosi del mondo arabo, lavorando in Germania (università di Berlino e Friburgo), negli Stati Uniti, nella ex Unione Sovietica ed in Libano in progetti di ricerca e di studio sulla cultura araba.


• LA CUCINA MORESCA
Clarck Sam e Sam, traduzione di Donatella Nicolò, Ponte alle Grazie 2010, 18,00 euro.
Per concludere il viaggio, quale miglior idea per unire le sponde del Mediterraneo se non la cucina?
Nella collana diretta da Allan Bay (divenuto famoso per i libri della serie Cuochi si diventa), l’ultima novità raccoglie le ricette moresche, i sapori, le spezie e i profumi del Mediterraneo del famoso ristorante Moro di Londra. Menu che coniugano gli stili forti della cucina spagnola ai più esotici e leggeri della tradizione musulmana, assicurando equilibrio e varietà. Una cucina ricca, che mescola tradizioni berbere, arabe, ebraiche, spagnole con tocchi d’origine francese e italiana.
Un libro che oltre ad alimentare l’appetito con le sue ricette, porta a rivalutare i sapori, la genuinità, le tradizioni.