«Doveva pur fare qualcosa, o quella notte non sarebbe riuscito a chiudere occhio.
Si tirò addosso la giacca vento e, così com’era, infilò il giroscale. Si sentiva buffo. Un buffo professore di filosofia che si appresta a redarguire gli studenti in vestaglia di seta cinese, a larghi fiori stilizzati.
Ma era così: non si prendeva mai troppo sul serio, e quella parte del burbero, a cui si accingeva controvoglia, la doveva per forza interpretare a quel modo, abbigliato come un buffone.»
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La vita di Vittorio Altieri, maturo professore veronese, sembra segnata dalla propensione a dimenticare sistematicamente i fatti salienti del suo passato. Arrivato ai cinquant'anni a furia di slalom con la propria coscienza, sopravvive entro una confortante solitudine e un recinto di rituali giornalieri, diviso tra il proprio lavoro di insegnante e la continua elaborazione di incipit di romanzi destinati a non vedere mai un seguito. Una sera, sceso in strada per protestare contro un gruppo di studenti che fanno baldoria all'osteria, fa quattro incontri destinati a risvegliare la sua consapevolezza: la sensibile Malvina, sua collega di liceo, per cui prova una forte attrazione e che da quel momento inseguirà e fuggirà; Elmo, suo ex allievo e figlio di Richi, il mai dimenticato amico di gioventù; Saturnino, il vecchio editore di cui aveva perso le tracce, ancora pieno di idee rivoluzionarie; e infine la giovane Mirta, che si scopre essere figlia di Zaira, la donna di cui sia Vittorio che Richi erano stati perdutamente innamorati. In un altalenarsi di paure, considerazioni e slanci di coraggio, Vittorio inizia a prendere confidenza con se stesso, con il proprio passato, con la sua vita. Forse, dopotutto, c'è sempre un romanzo da scrivere, anche se non necessariamente sulla carta.
Giovedì 9 aprile Franco Ceradini presenta il romanzo alle 18,30 in libreria.
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