giovedì 18 ottobre 2012
CHI E' LA PIU' CATTIVA?
Separazioni e famiglie ricostituite. "Ecco il nuovo ruolo della matrigna"
"Oggi c'è un eccesso di importanza dato alla figura materna, che ha un potere immenso. La madre del bimbo conteso a Padova, per esempio, per anni si è potuta opporre all'applicazione della sentenza del giudice sull'affido al padre. In altri Paesi è previsto il carcere per questo tipo di comportamento".
A dirlo ad Affaritaliani.it sono proprio due donne, Laura Pigozzi, autrice del libro "Chi è la più cattiva del reame?", e Barbara Lanza, avvocato familiarista, che si confrontano sul tema delle nuove famiglie oggi, giovedì 18 ottobre alle 18, alla Libreria "Pagina 12"a Verona (Corte Sgarzerie, 6/A).
Due sono i fattori principali che possono influire sulla serenità di una nuova famiglia, o famiglia ricostituita, ovvero un nucleo nato dall'unione di persone che hanno figli e matrimoni precedenti alle spalle."Oltre all'eccesso di rilievo dato oggi dalla società alla figura materna, di cui si esalta però soprattutto il legame biologico con i figli piuttosto che l'impegno educativo - spiega Laura Pigozzi -, c'è anche un eccesso di centralità attribuita al bambino, su cui si scaricano aspettative e tensioni dei genitori". Tra questi due "poli" si muove in un equilibrio precario, ma fondamentale la matrigna, una figura ancora avvolta dall'ipoteca negativa tramandata dalla tradizione fiabesca. Spesso si sviluppano sentimenti forti tra i figli e la matrigna, anche se vengono vissuti con un senso di colpa nei confronti della madre naturale, quasi fosse affetti senza diritto di esistere. "Per la prima volta nella storia la nuova compagna si trova a convivere con la madre dei figli del marito, che non è rimasto vedovo, ma si è separato - continua Pigozzi -. Ma non per questo deve sentirsi con le spalle al muro, anzi. Il suo ruolo può diventare fondamentale per dare un nuovo riconoscimento alla figura paterna e anche un equilibrio maggiore ai figli". Innanzitutto grazie alla nuova figura della matrigna, nella famiglia ricostituita il padre può vedersi "riconosciuto" nel suo ruolo, a differenza magari di quanto avveniva prima. Ed è proprio la matrigna a mettere in luce questa nuova funzione paterna. "Spetta poi a lei stabilire delle regole nella nuova casa e far percepire ai figli che esiste una coppia marito-moglie che ha un'intimità, anche erotica, che bambini non possono condividere". Troppo spesso nelle famiglie di oggi non c'è separazione tra il mondo dei grandi e quello dei piccoli: "Così i figli non hanno lo stimolo a volere crescere e diventare adulti per conoscere una realtà nuova, perché pensano di sapere già tutto. Ma questo porta a fenomeni gravissimi di bambinismo, con le conseguenze sociali che oggi vediamo. Percepire l'esistenza di una coppia può donare ai figli un destino affettivo diverso". Tornando al caso del bambino di Padova, Pigozzi sottolinea come sia stato sbagliato l'appellarsi della sentenza a una sindrome, la Pas, che in Italia non è riconosciuta, per lo meno con questo nome. "Ma è innegabile che in molti casi esista una sindrome cosiddetta "della madre malevola", che instaura col figlio un rapporto simbiotico e manipolatorio". Il rapporto madre-figlio ha invece bisogno di un equilibrio tra presenza e distanza, o si rischia che il bambino non si stacchi mai dalla madre per entrare nella società, ma "resti sempre nel suo utero. Dietro il rendimento scolastico altissimo del bimbo di Padova, si nasconde in realtà l'anelito a voler soddisfare in tutto e per tutto i desideri della madre". Ovviamente anche i padri possono commettere errori, il principale dei quali è lasciarsi prendere dalla perversione contagiosa della madre malevola e scendere sul suo stesso piano. "In questi casi bisogna lasciare che sia la legge a stabilire delle regole ed applicarle, senza lasciarsi coinvolgere in diatribe di basso livello". "In tribunale vediamo il peggio di queste dinamiche", continua Barbara Lanza. E in questo si profila un nuovo ruolo e una nuova responsabilità per gli avvocati. "Devono cercare di capire se dietro la conflittualità tra coniugi si nasconde il gravissimo lutto non elaborato della separazione, che poi si riflette nel rapporto con i figli e nel desiderio da parte del genitore con domicilio prevalente di sottrarli all'altro coniuge". E l'avvocatura - è la considerazione amara di Lanza - non è pronta per affrontare situazioni di questo tipo: "Serve una specializzazione, mentre per ora ci si affida solo alla buona volontà dei professionisti che scrupolosamente cercano di aggiornarsi e di informarsi. Invece il Parlamento dovrebbe stabilire in modo sistematico la specializzazione della categoria forense, come avviene già con i medici, per esempio. Non si possono trattare i sentimenti come si fa con una concessione edilizia".
L'articolo è tratto dal quotidiano on-line Affaritaliani.it, fondato e diretto da Angelo Maria Perrino
"Oggi c'è un eccesso di importanza dato alla figura materna, che ha un potere immenso. La madre del bimbo conteso a Padova, per esempio, per anni si è potuta opporre all'applicazione della sentenza del giudice sull'affido al padre. In altri Paesi è previsto il carcere per questo tipo di comportamento".
A dirlo ad Affaritaliani.it sono proprio due donne, Laura Pigozzi, autrice del libro "Chi è la più cattiva del reame?", e Barbara Lanza, avvocato familiarista, che si confrontano sul tema delle nuove famiglie oggi, giovedì 18 ottobre alle 18, alla Libreria "Pagina 12"a Verona (Corte Sgarzerie, 6/A).
Due sono i fattori principali che possono influire sulla serenità di una nuova famiglia, o famiglia ricostituita, ovvero un nucleo nato dall'unione di persone che hanno figli e matrimoni precedenti alle spalle."Oltre all'eccesso di rilievo dato oggi dalla società alla figura materna, di cui si esalta però soprattutto il legame biologico con i figli piuttosto che l'impegno educativo - spiega Laura Pigozzi -, c'è anche un eccesso di centralità attribuita al bambino, su cui si scaricano aspettative e tensioni dei genitori". Tra questi due "poli" si muove in un equilibrio precario, ma fondamentale la matrigna, una figura ancora avvolta dall'ipoteca negativa tramandata dalla tradizione fiabesca. Spesso si sviluppano sentimenti forti tra i figli e la matrigna, anche se vengono vissuti con un senso di colpa nei confronti della madre naturale, quasi fosse affetti senza diritto di esistere. "Per la prima volta nella storia la nuova compagna si trova a convivere con la madre dei figli del marito, che non è rimasto vedovo, ma si è separato - continua Pigozzi -. Ma non per questo deve sentirsi con le spalle al muro, anzi. Il suo ruolo può diventare fondamentale per dare un nuovo riconoscimento alla figura paterna e anche un equilibrio maggiore ai figli". Innanzitutto grazie alla nuova figura della matrigna, nella famiglia ricostituita il padre può vedersi "riconosciuto" nel suo ruolo, a differenza magari di quanto avveniva prima. Ed è proprio la matrigna a mettere in luce questa nuova funzione paterna. "Spetta poi a lei stabilire delle regole nella nuova casa e far percepire ai figli che esiste una coppia marito-moglie che ha un'intimità, anche erotica, che bambini non possono condividere". Troppo spesso nelle famiglie di oggi non c'è separazione tra il mondo dei grandi e quello dei piccoli: "Così i figli non hanno lo stimolo a volere crescere e diventare adulti per conoscere una realtà nuova, perché pensano di sapere già tutto. Ma questo porta a fenomeni gravissimi di bambinismo, con le conseguenze sociali che oggi vediamo. Percepire l'esistenza di una coppia può donare ai figli un destino affettivo diverso". Tornando al caso del bambino di Padova, Pigozzi sottolinea come sia stato sbagliato l'appellarsi della sentenza a una sindrome, la Pas, che in Italia non è riconosciuta, per lo meno con questo nome. "Ma è innegabile che in molti casi esista una sindrome cosiddetta "della madre malevola", che instaura col figlio un rapporto simbiotico e manipolatorio". Il rapporto madre-figlio ha invece bisogno di un equilibrio tra presenza e distanza, o si rischia che il bambino non si stacchi mai dalla madre per entrare nella società, ma "resti sempre nel suo utero. Dietro il rendimento scolastico altissimo del bimbo di Padova, si nasconde in realtà l'anelito a voler soddisfare in tutto e per tutto i desideri della madre". Ovviamente anche i padri possono commettere errori, il principale dei quali è lasciarsi prendere dalla perversione contagiosa della madre malevola e scendere sul suo stesso piano. "In questi casi bisogna lasciare che sia la legge a stabilire delle regole ed applicarle, senza lasciarsi coinvolgere in diatribe di basso livello". "In tribunale vediamo il peggio di queste dinamiche", continua Barbara Lanza. E in questo si profila un nuovo ruolo e una nuova responsabilità per gli avvocati. "Devono cercare di capire se dietro la conflittualità tra coniugi si nasconde il gravissimo lutto non elaborato della separazione, che poi si riflette nel rapporto con i figli e nel desiderio da parte del genitore con domicilio prevalente di sottrarli all'altro coniuge". E l'avvocatura - è la considerazione amara di Lanza - non è pronta per affrontare situazioni di questo tipo: "Serve una specializzazione, mentre per ora ci si affida solo alla buona volontà dei professionisti che scrupolosamente cercano di aggiornarsi e di informarsi. Invece il Parlamento dovrebbe stabilire in modo sistematico la specializzazione della categoria forense, come avviene già con i medici, per esempio. Non si possono trattare i sentimenti come si fa con una concessione edilizia".
L'articolo è tratto dal quotidiano on-line Affaritaliani.it, fondato e diretto da Angelo Maria Perrino
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento