venerdì 21 ottobre 2011
ANDREA ZANZOTTO DA UN ALTRO PAESAGGIO
Là sovente nell'alba
dall'inferno mi destava
il rombo lieve e il tremito
degli azzurri vulcani.
Tra i monti specchi eccelsi del primordio
impigliava le gracili corna
il cervo nato dalla neve;
pullulavi alle finestre
lava di primavera,
vivente a me scendevi fra le spire
degli evi deformi.
O golfo della terra
a me noto per sempre,
dalle cui pighe antiche
spogli d'ombre balzano eventi;
freddo rifugio cui gl'insoliti
fiumi cingono il grembo,
i tuoi sparsi elementi sono
la mia solitaria gloria
i raggi del tuo sole
non maturano che neve.
Ma ancora negli abissi
tuoi cercarti m'è caro,
in ogni tua forma giaccio sepolto,
del mio sangue ogni tua fonte esulta.
Tu clemente ricorderai le immagini
della mia vita.
(Là sovente nell'alba, in Dietro il paesaggio, Tutte le poesie, Andrea Zanzotto, a cura di stefano Dal Bianco, Mondadori 2011)
dall'inferno mi destava
il rombo lieve e il tremito
degli azzurri vulcani.
Tra i monti specchi eccelsi del primordio
impigliava le gracili corna
il cervo nato dalla neve;
pullulavi alle finestre
lava di primavera,
vivente a me scendevi fra le spire
degli evi deformi.
O golfo della terra
a me noto per sempre,
dalle cui pighe antiche
spogli d'ombre balzano eventi;
freddo rifugio cui gl'insoliti
fiumi cingono il grembo,
i tuoi sparsi elementi sono
la mia solitaria gloria
i raggi del tuo sole
non maturano che neve.
Ma ancora negli abissi
tuoi cercarti m'è caro,
in ogni tua forma giaccio sepolto,
del mio sangue ogni tua fonte esulta.
Tu clemente ricorderai le immagini
della mia vita.
(Là sovente nell'alba, in Dietro il paesaggio, Tutte le poesie, Andrea Zanzotto, a cura di stefano Dal Bianco, Mondadori 2011)
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