martedì 14 ottobre 2008
CON ZELDA FITZGERALD IN LAGUNA
Giornata radiosa, domenica. Meta: Venezia. Scopo: visitare il Museo Fortuny con l'esposizione dei bozzetti di George Barbier e gli abiti di Isabelle de Borchgrave. Dilemma: che libro mi può accompagnare in laguna?
Sembra cosa da poco, ma la mia lettura deve essere assolutamente in sintonia con il momento che sto vivendo.
Avevo pensato alla rilettura di Morte a Venezia, ma qualcosa mi fermava: non avevo voglia di Mann. Fra le varie sollecitazioni che può offrire la mia biblioteca, avevo preso in mano una serie di libri... Finché l'occhio, o meglio la mano, non è caduto su Alabama song, una novità libraria di un certo Gilles Leroy sulla vita di Zelda Fitzgerald. Perfetto. Il legame con Venezia è un po' una forzatura, ma il fatto che Scott e Zelda abbiano frequentato l'Italia e personaggi come Hemingway mi ha portato a pensare che in qualche loro conversazione la città lagunare avesse fatto capolino e fosse stata oggetto di descrizioni e sogni. Inoltre il decò di Barbier con i suoi bozzetti mi avrebbe fatto meglio immaginare gli abiti dei personaggi della storia.
Zelda racconta, attraverso le pagine di un diario inventato da Leroy, la sua vita accanto a Scott. Vita di donna controcorrente, vita di moglie spesso insoddisfatta e sempre all'ombra del famoso marito, vita di coppia ostentata e perennemente infranta.
Lettura scorrevole ed appassionante, che porta ad una verità diversa dall'icona dell'Età del jazz, così come si legge sui risguardi delle copertine dei libri del marito Scott.
Il giornalista francese che la racconta, da un'intervista ascoltata via internet, dichiara che gli è venuto facile calarsi nel ruolo di Zelda, spontaneo. E l'idea del diario è stata immediata: per narrare la storia non poteva che vestire i panni di Zelda e scrivere un diario. Come aggiunge nella nota in fondo al romanzo: molto si basa su documenti e ricerche, molto è opera di fantasia, fantasia plausibile, ma sempre fantasia. Non una biografia quindi, ma un opera di narrativa.
Così andando per campielli assolati, mi faceva compagnia la storia triste di Zelda. E nasceva timidamente la curiosità di saperne di più sulla sua vita, sul suo rapporto con Scott, sulla vita di Scott, sulla malattia di Zelda, sui suoi quadri...
Forse lo scopo della lettura è questo, o se non lo scopo è uno degli aspetti più affascinanti: da un libro nasce la spinta verso un altro e poi un altro ancora, in una catena infinita che mi dà la garanzia di non potermi annoiare mai.
Bravo Leroy a cimentarsi nel romanzo biografico, bravo nell'esperimento "al femminile".
(Alabama song, di Gilles Leroy, Baldini Castoldi Dalai, traduzione di Margherita Botto)
Alcune note bibliografiche sull'argomento:
- La morte della farfalla, di Piero Citati (Mondadori)
- Caro Scott, carissima Zelda, a cura di Bryer - Barks (La Tartaruga)
- Lasciami l'ultimo valzer, di Zelda Fitzgerald (in uscita per Bollati Boringhieri)
- Zelda, di Jacques Tournier (uscito in Francia per Grasset lo scorso maggio): biografia di Zelda, basata su lettere, documenti, testimonianze raccolte dal traduttore francese di Scott Fitzgerald
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1 commento:
la mia spinta a volerne sapere di più di quella donna icona e di quel marito ancor più celebre si è mossa in una spiaggia assolata la scorsa estate nel peloponneso, una spinta nata da una lettura tutta d'un fiato rapita dalla capacità di Leroy di farci entrare davvero in una storia/universo che si muove dalla realtà e che con la realtà sa giocare di fantasia. il potere della narrativa ben fatta a mio avviso. complimenti per il tuo blog, tornerò a trovarti spesso! una lettrice padovana
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