Caro Francesco,
grazie per aver passato un po' del Suo tempo con me.
Grazie per aver condiviso le sue storie, che non di una ma di molte mi ha fatto partecipe con "Calabiani".
Grazie per aver tracciato con tanto garbo quel confine labile fra memoria e oblio.
Grazie per aver fatto riemergere ricordi di tempi lontani.
Grazie per le atmosfere di ombre, nebbie e paludi che il Polesine fanno apparire terra di suoni antichi, di gente che appare e scompare, di argini che contengono acque, trattengono vite, disegnano cicatrici.
Grazie per la poesia dei demoni infantili, che Lei ha tradotto da personali a collettivi.
Questa è una lettera scritta d'impulso a Francesco Permunian appena conclusa la lettura di Calabiani (pubblicato da Oligo). Un libro breve, che contiene un mondo senza confine, come l'acqua che si muove incurante di tutto avanti e indietro tracciando rughe leggere sulla sabbia. Pagine che scorrono legando sempre più stretto il lettore a quello che Ca' Labia è per ciascuno, indipendentemente dall'esserci nati, vissuti, passati.
#francescopermunian #calabiani #oligo #polesine
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