Era il marzo 2020 quando al Théâtre national La Colline di Parigi andava in scena la prima rappresentazione di "Anne-Marie la Beauté" di Yasmina Reza.
Un delizioso monologo, il primo firmato da Yasmina Reza, con protagonista un'attrice, non più giovane, con qualche acciacco ma con mente lucida e grande verve, che si racconta in una sorta di intervista immaginaria (a volte si rivolge ad una donna, signorina o signora, a volte ad un uomo): la sua passione per il teatro, sbocciata quando è giovanissima e nel villaggio di Saint-Sourd dov'è nata ci sono solo due cose degne di nota, le miniere di carbone e la compagnia teatrale di Prosper Ginot. Poi la carriera sul palcoscenico fra alti e bassi, l'ammirazione per Giselle, attrice di fama con la quale condivide rari palcoscenici e un legame di amicizia non equilibrato ma duraturo. La sua vita familiare, ormai ostaggio di un figlio dal cuore arido e tiranno. I suoi sogni di poter ottenere ancora qualche piccola parte.
Il tutto condito con ironia e malinconia insieme.
Il testo è dedicato ad André Marcon, l'attore che porta in scena "Anne-Marie la Beauté", indossando abiti femminili, come a dire che il teatro non ha genere.
Nel marzo 2020 il pubblico francese ha potuto assistere solo a sei repliche, poi il mondo si è fermato e i teatri sono rimasti chiusi. Le rappresentazioni stanno ora lentamente riprendendosi i loro spazi e la pièce di Yasmina Reza con André Marcon è nei cartelloni di molte stagioni teatrali in Francia e in Svizzera.
Viva il teatro!
Il testo di Yasmina Reza è pubblicato in francese da Flammarion e in italiano da Adelphi, con la traduzione di Ena Marchi e Donatella Punturo.
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