L'ho iniziato di notte. Era Venerdì.
L'ho finito la notte stessa.
Ma il mio pensare non si è fermato con la parola fine.
La crepa di Carlos Spottorno e Guillermo Abril, che Add ha appena pubblicato con l'introduzione di Fabio Geda e la traduzione dallo spagnolo di Francesca Bianchi, ha fatto quello che un libro deve fare: mettere in moto pensieri.
Carlos Spottorno è fotografo, ha meno di cinquant'anni, si interessa di tematiche sociali, economiche e politiche, fra i diversi premi che si è aggiudicato per i suoi servizi ha vinto due volte (2003 e 2015) il World Press Photo.
Guillermo Abril è giornalista, ha meno di quarant'anni, si occupa di editoriali, reportage, ha vinto il Wordl Press Photo nel 2015.
Entrambi lavorano per El Pais Semanal, che ha commissionato loro diversi servizi sull'Europa e i suoi confini. Molto del materiale raccolto per questi reportage è confluito ne La crepa.
La crepa è un lavoro difficile da definire: è un resoconto fotodocumentato di viaggi verso i confini dell'Europa, è una testimonianza, è un'analisi dei nuovi flussi migratori, è un ritratto dei diversi significati che può assumere il termine "accoglienza", ma soprattutto è la verifica di quanto l'Unione non sia compatta (sembra un ossimoro) e continui purtroppo a mostrare più di una crepa.
- Melilla, minuscola enclave spagnola in terra marocchina, estremo confine a sud dell'Europa.
- Grecia e Bulgaria, confini ad est dell'Unione, ultimo baluardo e primo approdo aperto sulla Turchia.
- Lampedusa.
- Ungheria, cuscinetto fra Serbia e Croazia.
- Polonia, sempre limite ad est, con affaccio sulla turbolenta Ucraina.
- Repubbliche baltiche, a nord, con la pressione di Bielorussia e Russia, nonché con il territorio di Kaliningrad, enclave russa con affaccio sul Baltico.
[La crepa, di Carlos Spottorno e Guillermo Abril è un libro Add]
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