martedì 27 gennaio 2009

IL CAUCASO


Il Caucaso da sempre costituisce un'area di frontiera tra l'Europa e l'Asia, tra cristianesimo ed islam, tra il vicino Oriente e le grandi steppe eurasiatiche.
L'area comprende i territori limitati fra il mar Nero (ovest) e il Mar Caspio (est), fra le catene mantuose del Grande Caucaso (con la cima più alta nel monte El'brus) a nord e il Piccolo Caucaso (con il monte Ararat) a sud. Frontiere impervie, attraversate comunque nel corso dei secoli da popoli invasori che spingevano gli abitanti a rifugiarsi sulle montagne. Il risultato è un crogiuolo di etnie, di lingue, di tradizioni culturali e religiose, che non si distribuiscono in maniera omogenea sul territorio, ma piuttosto a macchia di leopardo, rendendo difficile affrontare uno studio unitario.
L'estrema frammentazione etnoculturale, le ripercussioni dei violenti impatti con le popolazioni nomadi delle steppe e la millenaria assenza a nord di entità politiche sviluppate e stabili prima del consolidamento dell'impero russo hanno fatto sì che sin quasi ai nostri giorni i popoli del Caucaso settentrionle costituissero delle entità sostanzialmente tribali, in larga parte accomunate da usi e costumi, nonché dalla recente islamizzazione, ma incapaci - se non per brevi periodi - di costituire una più vasta organizzazione politica. (così Aldo Ferrari in Breve storia del Caucaso, ed. Carocci).
La scoperta di risorse naturali e la posizione geografica non facilitano oggi la realizzazione di una situazione stabile e duratura.
Un'area da conoscere.

E L'INIZIO E' STATO BUONO, DAVVERO

Adoro la neve. E il nuovo anno è iniziato sotto una soffice nevicata. Non potevo desiderare di meglio.
Quanto alle mie letture: I mandarini di Simone de Beauvoir sono stati solo posticipati. Il 1° gennaio è nato all'ombra di Colette. E non poteva essere forse migliore. In questo momento è Parigi che sento nel cuore, la Francia, il francese musicale. Così mi sono fatta raccontare da Colette di Sido e del resto della sua famiglia, con la poesia e la delicatezza che solo raramente si riesce a trovare nella corolla di un fiore. Poi una vecchia biografi della scrittrice: edizione francese del 1921, che indubbiamente avrò comprato in tempi remoti in qualche mercatino, poi dimenticata e fialmente "ritrovata". Fogli leggeri, lucidi ed ingialliti, con i caratteri leggermente sbavatiun buco sulla prima pagina lasciato da un ex-libris strappato. Un peccato.
Adesso tornano I mandarini. Con il sapore del dopoguerra.