giovedì 30 giugno 2016

AUSTRALIA: parto per la terra dei canguri

"Ad agosto parto e vado in Australia"
Se pronuncio questa frase le parole mi solleticano le labbra e mi fanno vibrare il petto come se fosse pieno di effervescenti bollicine di acqua gassata.
Quando ogni tanto ci penso è come se il petto mi si aprisse in due e il cuore ne uscisse per spiccare il volo, ubriaco di felicità e voglia di partire.Oppure sperimento una strana sensazione di pace assoluta, di armonia con ciò che mi circonda come se mi trovassi già là, ad assistere al sorgere del sole davanti ad Uluru.

Ora, dopo aver letto qua e là da alcuni libri riguardanti l'Australia, mi sento ancora un po' frastornata per la marea di sensazioni provate.
Ne "In un paese bruciato dal sole" Bill Bryson descrive con tono allegro e divertente il suo viaggio in lungo e in largo per tutta la nazione. Una specie di solletico tra il cuore e i polmoni.
"Orme" di Robyn Davidson riporta il viaggio che l'autrice ha compiuto a piedi in compagnia di quattro cammelli e un cane da Alice Springs a Hamelin Pool. Un'impazienza di partire diffusa, nella mente e nel corpo.
"E venne chiamata Due Cuori", romanzo tratto dall'incredibile esperienza dell'autrice: Marlo Morgan racconta della sua scelta di abbandonare la sua affermata posizione sul lavoro per seguire una tribù di Aborigeni, alla riscoperta del vivere in armonia con la natura e di se stessa. Un richiamo, un sussurro a cui non posso fare a meno di rispondere "Eccomi, sto arrivando"
Sono certa che tutti questi romanzi mi potranno dare un assaggio di Australia e mi faranno buona compagnia in attesa di partire. 

Elisabetta Sorio

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