sabato 22 maggio 2010

CAMMINA CAMMINA...

sul camminare: la bellezza di girovagare a piedi come mezzo per estraniarsi dalla realtà, come fonte di energia, come momento di riflessione, come forma di libertà, come presa di coscienza. Non un’attività legata alla bella stagione e forse nemmeno semplicemente un’attività, ma un modo di essere.

• CAMMINARE
Henry David Thoreau, Mondadori 2009, traduzione di Massimo Jevolella, 7,50 euro
Poco più di cinquanta pagine, ma sono serviti quasi dieci anni per raggiungere la stampa definitiva.
Thoreau, americano dell’Ottocento, è diventato famoso per due opere Walden, ovvero la vita nei boschi (pubblicato negli USA nel 1854) e Disobbedienza civile (pubblicato nel 1849). Il primo nasce dall’esperienza dell’autore nella foresta che circonda il lago Walden (Massachusetts) poco distante dalla sua casa: un giorno, il 4 luglio 1845, Thoreau esce da Concord e si dirige verso l’immensa foresta che circonda il lago, abbracciando per due anni una vita da eremita, una completa immersione in quella natura definita selvaggia, che possiede però un equilibrio e un’armonia salvatrice e guaritrice. Thoreau non traduce nell’immediato questa esperienza in forma scritta: forse le leggi della natura gli hanno trasmesso capacità meditative e di elaborazione, che lo portano a far decantare i pensieri. Nel frattempo, mentre lui si dedicava a peregrinare nei boschi, lontano da ogni forma di contaminazione umana, gli Stati uniti dichiarano guerra al Messico: questo fatto storico entra con violenza nella sua vita pacifica e lo porta a reagire non pagando le tasse per protestare contro il governo che aveva promosso una guerra ingiusta. L’esperienza del carcere che ne consegue si trasforma nel breve saggio Disobbedienza civile, che prende la forma di una sorta di manuale di resistenza. Ecco dunque che le prime due opere si sovrappongono: da un lato l’aspetto più bucolico, dall’altro la reazione dura contro gli eventi che vanno contro le leggi della natura, di per sé pacifica.
Negli stessi anni viene alla luce Camminare (1851-1862), prima nella forma di conferenze pubbliche, poi come raccolta scritta: un saggio breve, ma intenso, in una qualche misura profetico, che guarda con sospetto alla civiltà industriale e individua nella natura e nel vagabondare la salvezza dello spirito. Itinerario a piedi, senza meta, che permette di pensare e di fondersi nella natura per assorbirne l’equilibrio e la purezza.

• LA PASSEGGIATA
Robert Walser, Adelphi 1976, traduzione di Emilio Castellani, 9,00 euro
Un racconto, composto dallo scrittore svizzero nel 1919: un desiderio di vagabondare che arriva quasi improvviso un bel mattino e lo porta a prendere il cappello e ad uscire di casa. Walser si lascia alle spalle i pensieri cupi, indossa un’aria serena e predispone il suo animo a nuovi incontri, una galleria di immagini e di incontri, ognuno dei quali trasmette motivo di riflessione. Riflessione serena, che trasforma il vagabondare in un itinerario spirituale, che confonde l’immaginario/immaginato in reale: perché non c’è differenza di percezione. La passeggiata è una sorte di metafora della vita dello scrittore, della scrittura errabonda: in entrambe gli incontri sono casuali e sorprendenti, fonti di riflessione e estraneamento dal mondo.

• VAGABONDING
Rolf Potts, Ponte alle Grazie 2008, traduzione di Stefano Beretta, 12 euro
Potts è un viaggiatore, uno di quelli che girano con lo zaino in spalla. Potts ha fatto del viaggio una filosofia, considerandolo non semplicemente una valvola di sfogo ma un vero progetto di vita: non interrompe la normale routine lavorativa, ma la imbeve costantemente diventando uno stato d’animo permanente. Libertà, fantasia, curiosità e desiderio di crescita personale diventano i valori da perseguire. E partire diventa un viaggio con se stessi, un mettersi in cerca di se stessi, un essere in movimento ancora prima di aver scelto un percorso, psicologicamente ed emotivamente ancora prima dello spostamento fisico.

• IL MONDO A PIEDI. ELOGIO DELLA MARCIA
David Le Breton, Feltrinelli 208 (prima ed. 2001), traduzione di Ester Dornetti, 7,00 euro
Un nuovo modo di viaggiare, un modo quasi sovversivo e trasgressivo: viaggiare apiedi, per godere del tempo e dei luoghi, per prendere le distanze dalla realtà frenetica e affinare i sensi. Un incrocia fra racconto e saggio, in cui il dialogo e le sensazioni si scambiano fra l’autore e personaggi storici (Stevenson, Sansot, Basho) sul senso di percorrere il mondo e la vita a piedi. Le Breton celebra l’andare che induce al piacere, che stimola l’incontro, la conversazione, l’impiego del tempo per procedere e per sostare.

• CAMMINANDO
Pino Cacucci, Feltrinelli 2009 (prima ed. 1996), 6,50 euro
Il viaggio di Cacucci è un viaggio lento, che ha come fine e fonte di ricchezza l’incontro. Cacucci ama fermarsi per ascoltare chi abbia un qualcosa da raccontare: sembrano storie senza patria, storie di cittadini del mondo, vicende che incontrano persone qualunque, scrittori, musicisti, giornalisti in racconti tragici e comici, semplici e assurdi, che scoprono un po’ di mondo anche nelle realtà più vicine al nostro quotidiano. Una contaminazione continua e proficua, che trasporta spesso il lettore in spazi mitologici mascherati da realtà e viceversa.

• CAMMINARE. DAPPERTUTTO (ANCHE IN CITTA’)
Tomas Espedal, Ponte alle Grazie 2009, traduzione di Lucia Barni, 15,00 euro
Ancora un elogio del camminare, che questa volta arriva dalla Norvegia, patria di Espedal. Camminare, pensare, scrivere, creare fanno parte di un'unica realtà. Non importa quale sia il luogo, quale sia il tempo, quale sia la distanza percorsa: è l’approccio che conta, è il dare un ritmo all’esistenza. Il ritmo del passo, che scandisce la passeggiata, la giornata e la vita. Il ritmo del passo, che dà la consapevolezza dell’esistenza, che supera la necessità del trasferimento da un luogo all’altro e diventa necessità interiore

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