venerdì 12 febbraio 2010

1951: NON SOLO IL GIOVANE HOLDEN



Con la morte di Jerome Salinger, autore appunto del Giovane Holden, è nato il desiderio di rileggere il suo capolavoro, ma anche di guardare a cosa succedesse nello stesso periodo in Europa dal punto di vista letterario. Se fossero stati pubblicate opere altrettanto degne di immortalità. Ebbene, limitando l’indagine allo stesso anno del Giovane Holden, al 1951, anche al di qua dell’oceano ci sono dei capolavori, soprattutto in Italia e in Francia

In Italia escono:
• QUADERNI DAL CARCERE di Antonio Gramsci
Einaudi 2007, 60,00 euro
La storia di Gramsci è nota. Giornalista dal 1910 (classe 1891), impegnato attivamente nel Partito comunista, parlamentare dal 1924 , Gramsci viene arrestato, in violazione dell’immunità parlamentare, l’8 ottobre del 1926 a Roma per attività in contrasto con la politica fascista.
Inizia a scrivere i Quaderni, non destinandoli alla pubblicazione, nel febbraio del 1929: scrive 2848 pagine di pensieri e riflessioni fino all’agosto del 1935, quando per gravi motivi di salute è costretto ad interrompere la stesura. E’ la cognata, la moglie del fratello, a raccogliere questi scritti, sottraendoli al controllo della polizia carceraria, e a fare in modo che giungano a Mosca nelle mani di Togliatti.
Senza tener conto della cronologia, i quaderni vengono numerati in 32 raccolte e solo dopo la guerra, nel 1951 appunto vengono pubblicati insieme alle Lettere dal carcere ai familiari: l’editore Einaudi, per la cura di Felice Platone (dirigente del partito comunista) li organizza per argomenti omogenei in 6 volumi:
- Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce, nel 1948
- Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura, nel 1949
- Il Risorgimento, nel 1949
- Note sul Machiavelli, sulla politica e sullo Stato moderno, nel 1949
- Letteratura e vita nazionale, nel 1950
- Passato e presente, nel 1951
Gramsci non vede l’uscita dei suoi quaderni: liberato in 21 aprile del 1937 muore 6 giorni più tardi per emorragia celebrale.

• IL CONFORMISTA di Alberto Moravia
Bompiani 1998/2002, 10,00 euro
La produzione letteraria di Moravia è ricchissima, è uno dei più importanti scrittori del XX secolo, pubblica più di 30 romanzi in cui i temi centrali sono l’aridità morale, l’ipocrisia, la sostanziale incapacità degli esseri umani di raggiungere la felicità
Salì alla ribalta nel 1929 con il romanzo Gli indifferenti, un’opera esistenzialista che racconta le vicende di una famiglia i cui componenti sono dei vinti, vinti in quanto incapaci di reazione, vinti dalla loro stessa apatia, vinti dalla loro bassezza e dalla loro mediocrità: Agli Indifferenti segue La ciociara nel 1943 (quest’opera contrariamente alla precedente non viene pubblicata a sue spese: ormai Moravia non è più alle prime armi, non ha più 22 anni, è uno scrittore di una certa fama), La romana nel 1947 e Il conformista nel 1951, un romanzo che si dipana dagli anni Venti all’epoca fascista: ancora una volta una famiglia e un’assenza di omogeneità nei legami sentimentali che legano i suoi tre componenti: il protagonista cresce nel desiderio di essere normale, e coltiva questo desiderio maniacalmente al punto da sgranarlo nelle sue diverse componenti e da generare comunque anormalità.
La carriera di Moravia prosegue con grandi riconoscimenti e grandi onori, divisa fra l’attività di giornalista, la passione per il cinema e il teatro, la scrittura e le grandi donne della sua vita, Elsa Morante prima, Dacia Maraini poi.
La sua scrittura è rinomata per lo stile semplice e austero, caratterizzato dall'uso di un vocabolario comune inserito in una costruzione ricercata.

• IL RAGAZZO MORTO E LE COMETE di Goffredo Parise
Adelphi 2006, euro 17,00
Il ragazzo morto e le comete nasce a Venezia, dove il giovane Parise (21 anni) si era da poco trasferito: le collaborazioni con i giornali (Alto Adige, L’Arena, Corriere della sera) avevano solo alimentato il suo desiderio di dedicarsi alla narrativa, quindi il ritiro letterario in Laguna e il primo romanzo, che viene proposto a Neri Pozza: l’editore propone alcuni cambiamenti, Parise li rifiuta, Neri Pozza forse colpito dalla determinazione del giovane scrittore decide di pubblicare comunque il romanzo in una tiratura di mille copie: non è un successo, ma segna l’inizio della sua carriera di narratore. Dil Parise si parla, e se ne parla negli ambienti che contano. Due anni dopo con l’uscita de La grande vacanza e il trasferimento a Milano, Parise si merita i riconoscimenti di Eugenio Montale e di Carlo Bo, inizia a lavorare per Garzanti, frequenta Leo Longanesi, Nico NAldini, Carlo Comisso, e poi Piovene, Gadda…
La sua scrittura non è paragonabile a nessuna: leggere un suo romanzo dà l’impressione di trovarsi di fronte ad uno scrigno dal quale escono meraviglie.

• AUT AUT di Enzo Paci
E’ una delle più prestigiose riviste internazionali di argomento filosofico, viene fondata appunto nel 1951 a Milano e cambiano vari editori e superando le indubbie difficoltà economiche è arrivata fino ad oggi, con scadenza trimestrale: l’ultimo numero (344) da poco in libreria, è dedicato a Judith Butler e a violenza e non-violenza.

In Francia escono:
• MEMORIE DI ADRIANO di Margherite Yourcenar
Einaudi 1963/2002, traduzione di Lidia Storoni Mazzolani, 12,50 euro
Anche qui siamo davanti ad un mostro sacro della letteratura mondiale.
La Yourcenar scrive giovanissima Il giardino delle chimere (il romanzo viene pubblicato a spese della sua famiglia nel 1924), poi l’Alexis (1929), La moneta del sogno (1934) e viaggia molto in Europa: Nel 1939, quando la situazione in Francia ed in Europa si sta deteriorando, forte della conoscenza con un’americana che diventerà la sua compagna, si trasferisce negli Stati Uniti: Continua a scrivere, in francese. Inizia un periodo difficile, con scarse soddisfazioni professionali e problemi economici. Alla fine della guerra molti degli intellettuali francesi e nonche aveva trovato rifugio in Americano tornano in patria: la Yourcenar decide di non tornare, di rimanere accanto alla sua compagna e di chiedere la cittadianza americana (ottenendola nel 1947). Pi un fatto singolare cambia la sua vita, e la nostra di lettori: all’inizio del 1949 arrivano dalla Francia tre bauli provenienti da Losanna, ultima residenza ufficiale della sua famiglia, o meglio di suo padre che lì era morto vent’anni prima. All’interno di questi bauli, ci sono dei fogli sparsi, delle lettere il cui incipit e “Mio caro Marco”: sono le bozze delle Memorie di Adriano, la cui idea iniziale era nata nel ’27 ed era stata abbandonata nel ’37. La Yourcenar decide di dedicarsi interamente alla stesura del libro: viene pubblicato in Francia nel dicembre del 1951 ed è un successo clamoroso, molto al di là delle sue stesse aspettative. Non è che una tappa della sua carriera di scrittrice, i suoi successi si moltiplicano e nel 1980 diventa, prima donna della storia, membro dell’Accademie française.
Le Memorie di Adriano (l’edizione Einaudi comprende anche i Taccuini di appunti) sono un vero capolavoro, dove accanto ad una attentissima ricostruzione storica c’è un uomo, un grand’uomo, il suo pensiero, la sua ricchezza intellettuale, le sue grandi intuizioni che lo rendono un uomo senza tempo.


• L’UOMO IN RIVOLTA di Albert Camus
Bompiani 1957/2008, traduzione di Liliana Magrini, 10,00 euro
Cinque anni di lavoro, dal 1945 al 1950, studi e documentazione, per raggiungere la stesura definitiva. L’uomo in rivolta viene pubblicato nel novembre del 1951 ed è subito polemica accesa: si sollevano gli esistenzialisti, i surrealisti, i comunisti e anche i cattolici. L’uomo in rivolta, che si interroga sulla violenza, propone un’analisi critica di alcune forme di spirito rivoluzionario e giunge alla conclusione che esistono dei limiti: l’uomo che si ribella deve saper prendere le misure della sua ribellione. Clamorosa è la reazione di Sartre: i due intellettuali si conoscono da quasi un decennio, si stimano reciprocamente, attraverso i rispettivi giornali si é instaurata fra loro anche una relazione professionale. La pubblicazione dell’uomo in rivolta incrina definitivamente il loro rapporto: Les temps modernes, di cui Sartre è direttore, pubblica un articolo firmato che si scaglia pesantemente contro Camus e contro la sua opera. Camus risponde con una lettera al direttore (Sartre appunto), insinuando che dietro la firma del giornalista che ha siglato l’articolo, si celi lo stesso Sartre. Quest’ultimo pubblica la lettera di Camus e la sua risposta sul giornale, chiedendo dove mai siano finiti i protagonisti dei suoi romanzi precedenti (Lo straniero e Il mito di Sisifo), dove siano finiti quei trotskisti che professavano la rivoluzione permanente. Assassinati? In esilio? Ingiunge a Camus di scendere dal piedestallo, di non chiamare in causa i gulag per urtare il pensiero della sinistra francese e conclude affermando che una dittatura violenta si è insinuata nei suoi pensieri, che si basa su una burocrazia astratta e pretende di far regnare la legge morale.
Camus sapeva che quello che aveva scritto era un libro polemico, che avrebbe suscitato reazioni, ma non ne immaginava l’entità. La pubblicazione diventa un “avvenimento”, francese in primo luogo ma non solo: L’uomo in rivolta spacca l’opinione pubblica, e soprattutto gli intellettuali francesi, coloro che si erano nutriti di esistenzialismo, di marxismo, di tradurre attivamente il pensiero in fatti, la letteratura in politica. Lo scontro avveniva tra due futuri premi Nobel, fra due intellettuali liberi che appartenevano dichiaratamente all’ala sinistra dello schieramento.
La vita de L’uomo in rivolta è strana: appena pubblicato il libro diventa come si è visto subito famoso, è sulla bocca di tutti; poi, l’anno dopo muore Stalin e come fosse un avvenimento politico anch’esso, il libro viene superato dagli avvenimenti e la sua fortuna sfuma. A sessant’anni di distanza assume un significato ancora diverso, più filosofico che politico, in cui la differenza fra rivoltoso e rivoluzionario è essenziale.

E questa panoramica è frutto di una scelta, comprende cioè solo alcuni dei titoli pubblicati nel 1951.
(La foto è uno scatto del 1951 di Henri Cartier-Bresson)

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