lunedì 10 marzo 2008

LA MUSICA IN TESTA di GIOVANNI ALLEVI

Ho conosciuto la musica di Giovanni Allevi, quasi per caso, leggendo un articolo di giornale che ne tesseva le lodi. Per me era ancora uno sconosciuto. Poi un concerto a Mantova ed uno a Verona: forse ancor più della sua arte, mi è piaciuta la sua persona, la semplicità, l'ingenuità di un uomo che dialoga con il suo pubblico attraverso le note, di un pianista che accarezza il suo pianoforte a concerto finito, come per ringraziarlo di aver risposto bene alle sue sollecitazioni. Lontano da pose accademiche, come un bambino che si stupisce continuamente, che si spaventa e supera la paura in forza di un fuoco che si impossessa di lui, un fuoco che tutto può vincere. In La musica in testa, Allevi racconta di sè, quasi in forma di diario: il suo debutto a Napoli, con una platea di cinque spettatori, l'audizione a Milano, l'incontro con Riccardo Muti, l'ingaggio al Blue Notes di New York, l'esperienza di insegnate di musica, la tournée in Cina. Senza pretese di grande letteratura, ma con il candore di chi in preda del sacro fuoco della musica riesce ha superare ostacoli apparentemente insormontabili e con costanza e dedizione raggiunge il suo scopo: comunicare con gli altri. E Giovanni riesce a farlo attraverso il pianoforte. Compone, suona e trasmette... emozioni.
(La musina in testa, di Giovanni Allevi, Rizzoli 2008)

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