sabato 21 luglio 2007

IL SIGNOR CALVINO

Una delle finestre di Calvino, quella con la miglior vista sulla strada, era chiusa da due tendine che, nel mezzo, quando si univano, potevano essere abbottonate. Una delle tendine, quella dalla parte destra, aveva i bottoni e l’altra, i rispettivi occhielli.
Calvino, per guardare da questa finestra, doveva prima sbottonare i sette bottoni, uno a uno. E allora sì che allontanava con le mani le tendine e potava guardare, osservare il mondo. Alla fine, dopo aver visto, tirava le tendine davanti alla finestra e richiudeva ciascuno dei bottoni. Era una finestra da abbottonare.
Quando al mattino apriva la finestra, sbottonando con lentezza, i bottoni, sentiva nei suoi gesti l’intensità erotica di chi toglie, con delicatezza, ma anche con ansia, la camicetta dell’amata.
Guardava poi dalla finestra in un altro modo.
Come se il mondo non fosse una cosa disponibile in qualunque momento, bensì qualcosa che aveva bisogno di lui e delle sue dita, un insieme di gesti minuziosi.
Da quella finestra il mondo non era uguale.


La finestra tratto da Il signor Calvino è una delle venti microstorie che compongono il nuovo libro dello scrittore portoghese Goncalo M. Tavares, pubblicato da Guanda.
Il signor Calvino vive nello stesso quartiere del signor Valéry.
Forse i due non si sono mai incontrati, eppure hanno in comune molte cose: certe manie, una singolare vocazione per il paradosso, l'ironia dell'intelligenza e l'esercizio estremo e surreale della logica. Ma il signor Calvino, come il suo omonimo scrittore Italo, ha anche qualcosa in più: il gusto di camminare e raccontare storie, l'immaginazione fervida e una vocazione insopprimibile all'analisi metafisica.
Il lettore conoscerà un altro eccezionale e strampalato personaggio, una figura originale ed emozionante, della cui ingenuità e delicatezza è quasi impossibile non innamorarsi.
(Il signor Calvino di Goncalo M. Tavares, Guanda).

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